“Il rapporto di produzione capitalistico implica dunque la separazione tra i lavoratori e la proprietà delle condizioni di realizzazione del lavoro. Come abbiamo visto, denaro e merce non sono inizialmente capitale ma occorre che siano trasformati in capitale. Autonomizzatosi, il capitale non solo mantiene la scissione, ma la riproduce “su scala sempre crescente”. Il denaro non ha inventato né fabbricato gli strumenti di produzione: “il capitale, di suo, non fa altro che unificare le masse di braccia e gli strumenti che esso trova già. Esso le agglomera sotto il suo potere. Questa è la sua effettiva accumulazione” (K. Marx, Lineamenti, II. p. 139). Già nella fase dell”accumulazione originaria’ il capitale “usa” lo Stato direttamente per predisporre, comandare le nuove condizioni sociali dell’accumulazione. La condizione principale, cioè il processo di separazione dei produttori dalle condizioni di produzione; la generale sottomissione al capitale: “la borghesia, al suo sorgere, ha bisogno del ‘potere dello Stato’, e ne fa uso, per “regolare” il ‘salario’, cioè per costringerlo entro limiti convenienti a chi vuole fare del plusvalore, per prolungare la ‘giornata lavorativa’ e per mantenere l’operaio stesso a un ‘grado normale di dipendenza’” (K. Marx, Il capitale, I, 3, p. 196). Il potere statale fa quindi lievitare fittiziamente questo processo di trasformazione, accorcia i passaggi, accelera i tempi dell’assoggettamento delle condizioni sociali della produzione capitalistica. Con la creazione del debito pubblico poi la trasformazione, l’accumulazione originaria, viene spinta vigorosamente. Il denaro da improduttivo viene trasformato in capitale senza i triboli dell’investimento diretto o di quello usuraio. Secondo H. Gerstenberger (‘Zur Theorie der historischen Konstitution des bürgenlischen Staates’, “Probleme des Klassenkamps”, 8-9/73), riprendendo posizioni particolarmente diffuse in Francia e Germania, la genesi dello Stato borghese dipenderebbe dallo sviluppo della contraddizione tra forma e funzioni dello Stato mercantilista-assolutista. Cioè, le funzioni sarebbero borghesi, la forma non ancora. In questo approccio funzionalista-strutturalista viene a perdersi proprio il momento dello scontro, della lotta di classe che si esprime già a questo livello di transizione. Il prerequisito fondamentale del sistema del capitale è l’appropriazione della forza lavoro sociale” [Tino Costa, Stato del capitale e classe operaia. Saggio introduttivo] [in E. Altvater C. Offe J. Hirsch J. Gough, Il capitale e lo stato, 1979]