“E’ interessante confrontare le idee di Marx sui motivi profondi dell’accumulazione e del consumo dei capitalisti con le teorie ortodosse contemporanee che sottolineano “l’astinenza e l’attesa”. Secondo la teoria dell’astinenza, è penoso per il capitalista “astenersi” dal consumo per accumulare, e quindi l’interesse sul capitale va considerato come la necessaria ricompensa di tale astinenza. Contro tale posizione, Marx afferma che accumulare capitale, ossia aumentare la propria ricchezza, è un fine positivo e ha in sé “piacere” non meno che il consumo. Sarebbe perfettamente logico – egli osserva – considerare il consumo come astinenza dall’accumulazione, e viceversa: “Non è mai capitato ad alcun economista di fare la semplice riflessione che ogni azione umana possa essere considerata come “astinenza” dal suo opposto. Mangiare è astinenza dal digiunare, camminare astinenza dallo star fermi, lavorare astinenza dall’oziare, oziare astinenza dal lavorare, ecc. Questi signori farebbero bene a meditare… la proposizione di Spinoza: ‘omnis determinatio et negatio'” (Capitale, vol I. p. 654). In breve, i capitalisti vogliono sia accumulare che consumare; quando essi si risolvono per l’uno, non può essere che come astinenza dell’altro (…)” [Paul M.Sweezy, La teoria dello sviluppo capitalistico. Discussione del pensiero economico marxiano, 1970]