“La contraddizione fra l’impulso illimitato dei capitalisti all’ingrandimento della produzione e la limitata forma di consumo della società capitalistica deve condurre a crisi periodiche. “L’ultimo fondamento di ogni crisi reale rimane sempre la povertà e la limitazione del consumo delle masse nei confronti della spinta alla produzione capitalistica, nello sviluppare le forze produttive così come se soltanto l’assoluta capacità di consumo (1) della società costituisse i suoi limiti” (Marx, Il Capitale, III/II, pag. 21). Marx notoriamente ha sviluppato nel “Capitale” formule per l’andamento del modo di produzione capitalistico secondo la riproduzione semplice (sotto il presupposto non mai esistente nella realtà che i capitalisti adoperano l’intero plusvalore da essi appropriato per spese personali) e secondo la riproduzione allargata (quando i capitalisti, ed è sempre così, impiegano una parte del plusvalore per l’acquisto di nuovi mezzi di produzione e forza lavoro per allargare la produzione). I falsificatori opportunisti del marxismo, Otto Bauer ecc., vogliono trarre da queste formule la possibilità di un andamento privo di crisi del modo di produzione capitalistico, mentre esse – in modo conforme al senso del marxismo e della realtà – contengono le condizioni del periodico ritorno delle crisi” [Eugen Varga, La crisi del capitalismo e le sue conseguenze economiche, 1972, capitolo: ‘La teoria della crisi in Marx e i problemi della crisi economica mondiale’ ] ‘(1) Sotto il concetto di “capacità assoluta di consumo” Marx intende la capacità di consumo in una società socialista liberata dai legami del capitalismo’