“Ogni membro del nostro partito, ogni lavoratore che voglia afferrare fino in fondo l’obiettivo della sua classe e del suo movimento storico, deve capire questo concetto in tutta la sua profondità storica. Già Marx lo aveva espresso nelle sue linee essenziali. Il periodo della dittatura operaia, del passaggio dal sistema capitalistico a quello socialista e poi comunista, può essere considerato dal particolare punto di vista della trasformazione della stessa classe dirigente, la classe operaia. Si può infatti considerare l’operare della dittatura del proletariato come un consolidamento del potere operaio, come lo sviluppo della base economica del socialismo, dell’industria socialista e dei trasporti; dal punto di vista cioè di quelle che definiamo le “altezze di comando” proletarie o il “settore socialista” della nostra economia. Ma si può considerare questo processo anche come mutamento della natura della classe operaia. Si può considerare questo immenso processo storico universale dal punto di vista della trasformazione delle masse, del mutamento della loro natura e in primo luogo della trasformazione del proletariato stesso. Marx aveva scritto che nei grandi conflitti civili, nelle battaglie dei popoli che coprono la fase tempestosa che divide la società capitalistica dal comunismo, la classe operaia trasforma anche la propria natura. Lenin, che non si allontanò minimamente dall’insegnamento di Marx ma lo sviluppò e lo approfondì, considerava questo problema il più importante e difficile da risolvere per il nostro partito.” [N. Bucharin, Le vie della rivoluzione, 1980]