“Il decorso e l’esito della rivoluzione d’Ottobre ha colpito a morte quella parodia scolastica del marxismo che era largamente diffusa nei circoli socialdemocratici russi, in parte già nel Gruppo della emancipazione del lavoro, e che fu più ampiamente elaborata dai menscevichi. L’essenza di questo pseudomarxismo stava nel fatto che esso faceva una legge assoluta e “sovrastorica” – come la chiamava Marx – del giudizio condizionato e limitato di Marx secondo cui “i paesi progrediti indicano a quelli arretrati il modello del loro sviluppo futuro”; e su questa legge lo pseudomarxismo cerca di fondare la tattica del partito della classe operaia. A questo modo di vedere, non si poteva pensare a una lotta del proletariato russo per il potere prima che i paesi economicamente più progrediti non avessero stabilito un precedente. E’ innegabile, senza dubbio, che ogni paese arretrato trova nella storia dei paesi più progrediti alcuni aspetti del proprio sviluppo futuro; ma non si può affatto parlare di una ripetizione dello sviluppo. Al contrario, quanto più l’economia capitalistica si espande in economia mondiale, tanto più peculiari diventano le vicende dei paesi arretrati, in cui gli elementi della loro arretratezza si accoppiano alle ultime conquiste del capitalismo. Scriveva Engels nella prefazione alla sua ‘Guerra dei contadini’ [‘La guerra dei contadini in Germania’, 1949 p. 13]. “E ad un certo punto – che non è detto che debba presentarsi dappertutto nel medesimo modo o al medesimo grado di sviluppo – essa comincia ad accorgersi che questo suo proletario compagno di viaggio è andato più avanti di lei”. Grazie al corso dello sviluppo storico la borghesia ‘russa’ dovette capire questo fatto prima e più a fondo di ogni altra” [L. Trotsky, Le lezioni dell’Ottobre][in ‘La “rivoluzione permanente” e il socialismo in un paese solo’, a cura di Giuliano Procacci, 1973]