“Superata la crisi rivoluzionaria e soppresso il suffragio universale, la lotta tornò subito a divampare tra l’Assemblea nazionale e Bonaparte. La Costituzione aveva fissato l’indennità di Bonaparte a 600 mila franchi; ma era appena trascorso un semestre dal suo insediamento che gli riuscì di raddoppiare questa somma. Infatti Odilon Barrot aveva strappato all’Assemblea nazionale costituente un supplemento annuo di 600 mila franchi per cosiddette spese di rappresentanza. Dopo il 13 giugno Bonaparte aveva fatto delle sollecitazioni dello stesso genere, questa volta senza trovare ascolto presso Barrot. Ora, dopo il 31 maggio, egli approfittò immediatamente del momento favorevole e fece proporre dai suoi ministri all’Assemblea nazionale una lista civile di tre milioni. Una lunga avventurosa vita di vagabondo lo aveva dotato di fiuto finissimo per accorgersi dei momenti di debolezza in cui poteva spillare denaro ai suoi borghesi. Fu un vero e proprio ‘chantage’ (ricatto)” [Karl Marx, Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte, Edizioni Lotta Comunista, 2010]