“Abbiamo detto che, a giudizio di Engels, lo ‘status’ della ricerca scientifica relativo alla prima metà dell’Ottocento obbliga a concepire la natura in senso dialettico. Si tratta di una dialettica reale, oggettiva, modalità non solo logica, ma anche ontologica della vita materiale. Engels fonda tale dialettica: a) sul movimento in quanto modo d’esistere della materia; b) sulle forze fisiche intese come forme di movimento della materia; c) sulla costanza di queste forze e sulla variazione dei loro rapporti (ovvero sulla convertibilità dell’una nell’altra); d) sull’eternità, indistruttibilità e necessità della materia e delle sue leggi di funzionamento. A questo tipo di dialettica Engels perviene tenendo presenti, fra l’altro, tre fondamentali scoperte scientifiche, che misero in crisi, tra il Settecento e i primi decenni dell’Ottocento, l’impianto teorico di tipo sia teologico sia idealistico sia materialistico-meccanico e deterministico su cui, fino allora, erano state alternativamente costruite le varie ‘filosofie’ della natura. La prima «è la scoperta della cellula come unità, dalla cui moltiplicazione e differenziazione si sviluppa tutto l’organismo vegetale e animale… La seconda è la trasformazione dell’energia, che ci ha dimostrato come tutte le cosiddette forze attive della natura inorganica, la forza meccanica e il suo complemento, la cosiddetta energia potenziale, il calore, la radiazione (luce e rispettivamente radiazione calorifera), l’elettricità, il magnetismo, l’energia chimica, sono manifestazioni diverse del movimento universale, le quali, quando sono in determinati rapporti, si trasformano l’una nell’altra, in modo che, quando scompare una quantità dell’una, ricompare una determinata quantità di un’altra, e tutto il movimento della natura si riduce a questo processo ininterrotto di trasformazione di una forma nell’altra. Finalmente la dimostrazione data per la prima volta in modo organico da Darwin, che il complesso dei prodotti della natura organica che ne circonda, compresi gli uomini, è il prodotto di un lungo processo di evoluzione da pochi germi originari unicellulari, i quali a loro volta sono derivati da un protoplasma o sostanza albuminoide sorta chimicamente (6)». Ciò che va notato è che questi dati scientifici, i quali pur autorizzano, nell’insieme, una concezione della natura di tipo diveniristico, vengono, tuttavia, considerati e utilizzata in maniera diversa sul piano teorico. Ci sembra, infatti, che le proprietà d’essere e di funzionamento della natura vengano stabilite sulla base del principio di trasformazione dell’energia. La tesi fondamentale di Engels dell’indistruttibilità, eternità e necessità della materia rappresenta il ricavato teorico del principio fisico della conversione del calore in lavoro e viceversa. Dice Engels che «la casualità del sussistere di una dato numero di forze fisiche, tante e non più di tante, veniva annullata dalla scienza con dimostrazione dei loro rapporti e della loro convertibilità l’una nell’altra. Come già l’astronomia, la fisica era arrivata ad un risultato che indicava necessariamente come ‘realtà ultima l’eterno ciclo’ della materia in movimento» (7). Ciò significa che «tutto ciò che nasce è degno di perire», ma la materia «in tutti i suoi mutamenti rimane eternamente se stessa, nessuno dei suoi attributi può mai andar perduto» (8). È certo un fatto che Engels affermi che negazione della negazione, compenetrazione degli opposti e conversione della quantità in qualità, prima che leggi del pensiero, sono leggi dell’essere» (9). Con ciò egli intende mantenere la validità formale della dialettica hegeliana, dopo averne rovesciato l’impianto teorico-concettuale. A svolgersi e ad auto-pensarsi, secondo le suddette leggi dialettiche, non è più l’Idea, ma la materia” (pag 6-8) [(6) ‘Ludwig Feuerbach’, trad. it. P. Togliatti, Roma, 1972, p. 60-61; (7) ‘Dialettica della natura, cit., p. 45; (8) Op. cit., pp. 51, 54; (9) Cfr., op. cit., p. 77] [Giovanni Cera, ‘Sul concetto di natura in Engels. (Dialettica della natura e materialismo)’, Aut Aut, Milano, n. 129-130, maggio-agosto 1972]