“Questo gioco (delle manovre strategiche, ecc.) era considerato come il summum dell’arte militare. [Lenin, nota a margine: Guerra = gioco]. «Questa concezione era più o meno quella di tutti i teorici quando scoppiarono le guerre della Rivoluzione francese [Lenin nota a margine: Cambiamento totale]. Poiché queste rivelarono d’improvviso tutto un mondo nuovo di fenomeni bellici (all’inizio un po’ rozzi e spontanei, ma che Bonaparte trasformò più tardi in un metodo grandioso), i successi riportati in queste guerre generarono stupore in vecchi e giovani [Lenin nota a margine: Rivoluzione francese]; occorse, da allora, rinunciare alle vecchie mode e si credette che tutto ciò non fosse che la conseguenza di nuove scoperte, di nuove idee grandiose, ecc., ma non – comunque – di un cambiamento di condizioni sociali. Si credette di non aver più bisogno del vecchio sistema, che non sarebbe stato mai più richiamato in vita. Ma qui, come in tutte le grandi rivoluzioni intellettuali, si formarono due partiti; l’antico metodo trovò i suoi difensori che, nel nuovo, non volevano vedere che una decadenza dell’arte, e nei suoi risultati le manifestazioni della forza brutale; per essi, non v’è cultura militare che nell’apprendimento del gioco vano dell’equilibrio delle forze. Questa opinione manca fondamentalmente di logica e di filosofia, e si potrebbe dire che è solo una disperata confusione di idee; ma l’opinione opposta, la quale pretende che le manovre strategiche abbiano irrevocabilmente finito il loro tempo e non riappaiano più, è altrettanto illogica [Lenin nota a margine: N.b. giusto!]. Si devono attribuire i fatti nuovi che si sono manifestati nell’arte militare molto meno alle invenzioni e alle nuove idee militari, che a un cambiamento delle condizioni e dei rapporti sociali». «Quando non si può erigere un sistema, alcun ordine prefisso di verità, esiste pur sempre una verità; però non si scopre, di massima, che attraverso un giudizio esercitato e mediante il tatto conferito da una lunga esperienza. Non vi è nella storia alcuna formula, ma la storia ci dà almeno modo di esercitarci a giudicare» [Lenin nota a margine: La verità non è «nei sistemi»]” (pag 49-50] [V.I. Lenin, a cura di Filippo Gaja, ‘Note al libro di von Clausewitz «Sulla guerra e la condotta della guerra»’] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:12 Giugno 2020