“Sul problema della guerra, il movimento operaio aveva posizioni distinte da quelle delle altri correnti politiche o ideologiche e, in qualche misura, da quelle della stessa nazione: riuniti nella Seconda Internazionale, i partiti socialisti avevano fatto della lotta contro la guerra, che consideravano come la conseguenza del capitalismo, un oggetto prioritario della loro battaglia e, in una delle sue frasi più celebri, Jean Jaurès aveva dichiarato che il capitalismo “porta con sé la guerra come le nuvole il temporale”. Tuttavia nella maggioranza dei casi essi non condannavano la nazione: Jaurès in particolare aveva stigmatizzato la formula di Marx “i proletari non hanno patria” scrivendo ne “L’Armée nouvelle” che si trattava di un'”idea sacrificata alla battuta”. D’altra parte non tutti i socialisti la pensavano allo stesso modo; per quanto riguarda il caso francese, Gustavo Hervé si era a lungo firmato come “il senza patria” e aveva animato una corrente violentemente antipatriottica all’interno del Partito socialista, attenuando le proprie posizioni solo negli ultimi anni. Diverso ancora il caso dellla Cgt (Confédèration générale du travail), fortemente indipendente dal Partito socialista: già da molto tempo essa aveva avvertito che avrebbe sabotato la mobilitazione, qualunque fossero state le circostanze. Per far fronte a questo pericolo, preso molto seriamente, era stato creato uno schedario, chiamato ‘Carnet B’, allo scopo di arrestare, in caso di mobilitazione, gli antimilitaristi e gli antipatrioti dichiarati”  [Jean-Jacques Becker, Unioni sacre] [in ‘La prima guerra mondiale. Volume primo’, a cura di Stéphane Audoin-Rouzeau e Jean-Jacques Becker, edizione italiana a cura di Antonio Gibelli, 2007]