“L’internazionalismo dunque anche nel campo sociale si venne dopo il 1870 allentando e sfasciando. Sopravvissero i movimenti sociali operai nei diversi paesi, con diverso carattere, da quello puramente di assistenza e di cooperazione al vero e proprio movimento rivoluzionario. Vedemmo l’attività operaia in Inghilterra, Germania, Danimarca, Italia. Nel nostro paese, accanto al socialismo bakuniniano per l’azione diretta insurrezionale di Cafiero e del giovane Costa, permaneva il movimento di associazione operaia di ispirazione mazziniana o anche politicamente neutra (cioè, in sostanza, liberale-moderata). Anche quello mazziniano restava nei limiti della legalità e non andava nel suo programma oltre le cooperative di produzione. A Genova nel settembre 1876 si tenne il 14° congresso operaio, presieduto da Saffi e Campanella, in cui si discusse delle associazioni cooperative, della cassa pensioni per gli inabili al lavoro, delle relazioni fra le società operaie. In Francia la repressione della Comune e lo stato d’assedio mantenuto per più anni, insieme con la legge del 1872 contro l’Internazionale, aveva soppresso ogni movimento rivoluzionario operaio. I sindacati operai, che non avevano esistenza legale ma erano tollerati di fatto, poterono tenere un congresso a Parigi del 2 al 10 ottobre 1876, a cui intervennero 360 delegati (più di due terzi parigini). Il programma del congresso e l’intonazione dei discorsi furono moderatissimi: si parlò dell’organizzazione professionale, delle cooperative, da cui si attendeva l’emancipazione dei lavoratori, delle casse di assistenza e di pensione, delle leggi sul lavoro delle donne e dei fanciulli, sul lavoro notturno, sui consigli di provibiri, della libertà dei sindacati. Si affermò una spiccata tendenza operaistica: non si voleva che i borghesi si occupassero degli interessi operai. Accanto a questa tendenza di classe tornava a farsi viva nel campo operaio francese la propaganda marxistica, per opera del medico Brousse, un ex-bakuniniano, e del giornalista Guesde, rifugiato per più anni in Inghilterra dove era divenuto discepolo di Marx, e tornato in Francia nel 1876. Questi fondò nel novembre 1877 il primo organo socialista, il settimanale ‘Egalité’, che per altro durò solo fino al luglio 1878. Al congresso sindacale di Lione nel gennaio 1878 vennero votate risoluzioni analoghe a quelle parigine del 1876. Si fecero però sentire voci nettamente socialistiche: fu presentata una mozione per la proprietà collettiva della terra e degli strumenti di lavoro. Essa venne respinta col motivo che l’argomento non era all’ordine del giorno. La politica internazionale era estranea a questi movimenti sindacali: essi ignoravano per ora i problemi della pace e dell’organizzazione internazionali” [Luigi Salvatorelli, ‘Storia d’Europa dal 1871 al 1914. Volume I 1871-1878. Tomo secondo’, Milano, 1940]