“Nel 1858, il padre fondatore del comunismo Karl Marx aveva scritto di Clausewitz: “Possiede un buon senso che rasenta la genialità” (21). Il leader del Partito bolscevico V.I. Lenin rimase particolarmente colpito dal concetto clausewitziano che la guerra venisse intrapresa per fini politici, e attinse ampiamente a ‘Della guerra’ quando scrisse il suo saggio sul socialismo e la guerra mentre era in esilio in Svizzera nel 1915. Dopo le Rivoluzioni russe del 1917, il braccio destro di Lenin, Lev Trotzkij, accingendosi a creare l’Armata Rossa, cercò di equilibrare gli imperativi politici del socialismo rivoluzionario con le realtà militari. Particolare interesse rivestivano per lui i Libri 1 e 8 [‘Della Guerra’, ndr]: “Dobbiamo respingere ogni tentativo di costruire una strategia rivoluzionaria assoluta con gli elementi della nostra limitata esperienza di guerra civile, durante i quali reparti dell’esercito di un genere particolare si sono impegnati in battaglia in speciali condizioni. Molto correttamente, Clausewitz ha messo in guardia contro simili iniziative” (22)” [Hew Strachan, Carl von Klausewitz. Della guerra. Una biografia, 2007, introduzione] [(21) Bernard Semmel (a cura di), Marxism and the Science of War, Oxford, 1981, p. 66. Il termine tedesco è ‘Witz’, che Semmel traduce con “genialità”; (22) Ivi. p. 69] [V.I. Lenin – Materiali Bibliografici] [LBM*]