“Uno dei meriti duraturi di Marx è stato quello di essere uno dei primi a cogliere l’inevitabilità della tendenza alla grande dimensione. Questa intuizione a sua volta traeva origine dal suo approfondito studio delle forze tecnologiche operanti nel capitalismo britannico alla metà del secolo. Nel capitolo XXIII del primo libro de ‘Il capitale’ (‘La legge generale dell’accumulazione capitalistica’) Marx sottolineò i decisivi vantaggi economici della produzione capitalistica su larga scala. Egli classificò ed analizzò attentamente la natura di questi vantaggi, e nel capitolo V del terzo libro (‘Economia nell’impiego del capitale costante’) presentò numerosi esempi specifici. Quando, in conseguenza del processo di accumulazione del capitale, l’economia capitalistica dispone di un ammontare sufficientemente ampio di beni capitali, e quindi si è dotata anche di un settore ben definito destinato alla loro produzione, il sistema acquisisce in questo stadio una nuova fonte di dinamismo produttivo. Innanzitutto, quando la scala di produzione è sufficientemente grande, si presentano le opportunità di sfruttare ciò che siamo giunti a chiamare indivisibilità: “in una grande fabbrica con uno o due motori centrali le spese relative a questi ultimi non crescono nella stessa proporzione della rispettiva potenza e quindi della rispettiva sfera d’azione; le spese per i congegni di trasmissione non aumentano nella stessa proporzione della massa delle macchine di lavoro che essi mettono in moto; il corpo stesso della macchina da lavoro non cresce di prezzo nella proporzione in cui aumenta il numero degli strumenti che rappresentano i suoi organi e con i quali essa funziona, e via dicendo. La concentrazione dei mezzi di produzione apporta inoltre un risparmio di costruzioni d’ogni genere, non soltanto quanto ai veri e propri stabilimenti, ma anche per i locali di deposito, ecc. Altri fattori della produzione rimangono invariati, vengano essi utilizzati da pochi o da molti operai” (23)” [Nathan Rosenberg, Marx studioso di tecnologia. (in) ‘Dentro la scatola nera: tecnologia ed economia’, 1991] [(23) K. Marx, Il Capitale, cit., libro III, p. 111]