“La ‘questione agraria’ in termini marxisti – è stato detto – non significa dunque solo terra, contadini e proprietari, come nell’angusta visione dei vecchi riformisti e poi degli stalinisti dell’epoca, ma significa soprattutto ‘teoria della rendita’, ovvero ripartizione del plusvalore, nelle forme del moderno capitalismo monopolistico e parassitario. La tesi centrale di Marx, per Bordiga, è che “collo sviluppo del modo di produzione capitalistico e coll’investimento di maggior capitale nella terra”, mezzo necessario per “aumentare il prodotto in relazione all’aumento della popolazione”, “‘la rendita tende ad aumentare’, sia nella massa totale, sia nella media per unità di superficie”, talvolta “in rapporto maggiore di quello del capitale (e del suo profitto), poche volte con ritmo minore di esso” (A. Bordiga, Mai la merce, 1979, cit., p. 195). Il prezzo di mercato regolatore dei prodotti agrari viene “inchiodato” sul prezzo di produzione dell’ultimo (ma necessario) quintale di grano prodotto nelle condizioni più svantaggiose, cioè “dipende dal prezzo di produzione ‘sul peggior terreno, più ancora un altro margine’ di aumento che costituisce la rendita assoluta” (Ivi, p. 232). Così come del resto “il minerale più spregevole e quindi la meno fertile miniera, regola il mercato generale”, e cioè “regolano bene il prezzo internazionale”, che “ci farà pagare profumatamente” “il ‘rentier’ della coltivazione” di combustibili e minerali più pregiati, “nido caldo del sovraprofitto capitalista sulle materie prime della morte civile e militare” (Ivi, pp. 260-261). Nella rappresentazione di questo nesso fondamentale vengono dunque individuati, anticipando con la forza della teoria scenari storici oggi ben più cogenti, i beni ‘non riproducibili capitalisticamente’, come lo sono le risorse non rinnovabili e, in particolare, il petrolio: in questo senso, la teoria della rendita, si è detto, si deve applicare “non alla sola agricoltura, ‘ma a tutte le forze naturali'”. Così, se nel sistema capitalistico, per Bordiga come per Marx, il prezzo dei prodotti agrari è determinato dalla legge del “terreno peggiore”, cioè i benefici dati dal progresso tecnologico e dall’aumento di produttività, sono bloccati in questo settore dalla barriera della rendita, che impedisce “ogni compensazione tra i prezzi industriali ed agrari” (A. Bordiga, Mai la merce, cit., p. 302), allora anche per le risorse energetiche, che sono di differente qualità e potenza energetica e che sono ripartite in aree geologiche diversamente accessibili e hanno dunque costi di estrazione e commercializzazione estremamente differenziati (…), si determina intanto una enorme ‘rendita differenziale’ (…). Anche per il greggio entrano in gioco cioè i due fattori, ‘fertilità’ e ‘posizione’, le “cause generali” le definiva Marx, che influiscono sulla rendita differenziale ricardiana. (…)” [Rita Caramis, introduzione, ‘Amadeo Bordiga e la teoria della rendita: una critica rimossa’] [(in) Amadeo Bordiga, Mai la merce sfamerà l’uomo. La questione agraria e la teoria della rendita fondiaria secondo Marx, 2009]