“Per dare alle stampe un’opera compiuta, Engels ha inevitabilmente dovuto metterci del suo e fra limature, aggiunte e risistemazioni è stato inevitabilmente alterante (1). Sbagliata è soprattutto l’idea che esista un’opera finita in tre volumi intitolata ‘Il capitale’. Per il libro II il “secondo violino” disponeva di ben otto manoscritti, per il terzo, oltre a quello del 1864-65, abbiamo solo esposizioni parziali, ma mai una ripresa organica della questione. Certo, di entrambi Marx aveva delineato la struttura generale almeno a partire dal 1863-65 e aveva molto materiale preparatorio. Lavorò ad intervalli al libro II nei periodi 1867-68, 1868-70 e 1877-81. Per il terzo aveva un manoscritto principale redatto nel 1864-65 e poi una serie di riesposizioni parziali scritte fino al 1878. Mancava però più di qualche “rifinitura”. Così, stando ai materiali pervenutici, l’ordine di pubblicazione dei tre libri “storici” del ‘Capitale’ è inverso all’ordine di stesura. Guardando a ritroso possiamo dunque individuare ‘due periodi’ nel lavoro marxiano verso ‘Il capitale’. Il primo periodo è quello che precede il 1857 in cui Marx “si fa le ossa” prima studiando i classici dell’economia politica, elaborando una nozione embrionale della dialettica di forze produttive e rapporti di produzione, criticando i falsi critici (Proudhon) e quindi cercando di spiegare la realtà facendosi una ragione di ciò che si manifesta alla superficie: le tempeste monetarie. Il secondo periodo inizia nel 1857 ed è quello della costruzione del modello teorico del capitale che si articola a sua volta in ‘quattro fasi’ cronologicamente successive: i ‘Manoscritti’ del 1857-58, i ‘Manoscritti’ del 1861-63, i ‘Manoscritti’ del 1863-65, la fase che inizia con il 1867. Questa ultima si sviluppa in ‘tre direzioni’ che si intrecciano: pubblicazione e rielaborazione del libro I del ‘Capitale’ (manoscritto ‘Ergänzungen […]’, seconda edizione tedesca, edizione francese, materiali per la terza edizione tedesca e per l’edizione statunitense poi mai realizzata); manoscritti per il libro II; manoscritti per il libro III” [Roberto Fineschi, Marx e Hegel. Contributi a una rilettura, 2006 (introduzione)] [(1) “Con questo non si intende in alcun modo tirare la croce sulle spalle di Engels, come fantomatico inventore del marxismo vs il Marx “puro”. Si afferma semplicemente che chiunque avesse dovuto mettere le mani su quei manoscritti per pubblicarli come opere “compiute” doveva “finirle” in qualche modo. Oggi si possono leggere gli originali e quindi valutare, da una parte, il lavoro di Marx e, dall’altra, quello di Engels”]
- Categoria dell'articolo:Nuove Accessioni
- Articolo pubblicato:8 Aprile 2013