“Di interesse preminente per tutti coloro che vogliono acquistare una conoscenza più completa e profonda del marxismo è la lettera dell’11 luglio 1868 (lettera di Marx a Kugelmann, p. 42 e sgg, nella presente edizione p. 77 e sgg). In forma di osservazioni polemiche contro gli economisti volgari, Marx espone qui con straordinaria concisione il ‘suo’ concetto della cosiddetta teoria del valore “del lavoro”. Proprio quelle obiezioni contro la teoria del valore di Marx che sorgono più di altre spontanee nel lettore del ‘Capitale’ meno preparato e perciò vengono riprese dai rappresentanti dozzinali della “scienza” borghese “professorale” con la massima solerzia, sono qui analizzate da Marx brevemente, semplicemente e in modo straordinariamente chiaro. Marx indica qui la via da lui seguita, e quella che deve essere seguita, per giungere alla spiegazione della legge del valore. Portando ad esempio le più comuni obiezioni, insegna a comprendere il suo ‘metodo’. Egli spiega il nesso tra una questione (in apparenza) così puramente teorica e astratta, come la teoria del valore, e l'”interesse delle classi dominanti che hanno bisogno di ‘perpetuare la confusione'”. Sarebbe almeno desiderabile che chi si accinge a studiare Marx e il ‘Capitale’ rileggesse sempre, contemporaneamente allo studio del primo e più difficile capitolo del ‘Capitale’, anche la lettera da noi menzionata” [V.I. Lenin, prefazione a: Karl Marx, Lettere a Kugelmann, 1950]