“Strano anche che ragionando di autonomia della scuola, il Nostro (Sergej Hessen, ndr) non ricorresse, ad esempio, oltre che al Condorcet, all’opera della moglie di Lenin e cioè alla Krupskaja. Della quale, pochi anni dopo scriverà: “Partendo da poche dichiarazioni occasionali di Marx sui problemi della scuola (capitolo quarto del primo volume del ‘Capitale’, “Critica del programma di Gotha”, Manifesto del I Congresso dell’Internazionale), la Krupskaja traccia nei suoi articoli un’immagine ideale della nuova scuola, realizzata nella società comunista. Questa scuola rifletterà  in sé tutti i caratteri di codesta società. Non sarà né statale, né ecclesiastica, ma sarà diretta da organi speciali scelti liberamente da tutti gli immediati partecipanti all’istruzione (genitori e studenti). Ciascuna scuola godrà della più vasta autonomia, ed ogni iniziativa particolare sarà appoggiata dalle autorità scolastiche. Questa scuola autonoma sarà scuola unica, cioè la stessa per tutte le età cioè fino ai 17-18 anni, con un programma di insegnamento estremamente individualizzato. La sua unità sarà ancora più profonda: futura scuola della società senza classi, essa significherà, infatti, il superamento della contrapposizione fra lavoro fisico e lavoro mentale e, perciò, per il suo contenuto, sarà “politecnica”. L’insegnamento teoretico vi sarà strettamente legato coi diversi aspetti del lavoro “sociale-produttivo” (industriale e agricolo), al quale tutta la gioventù scolastica prenderà parte immediatamente. La scuola di lavoro, così concepita, non sarà un’arma per il predominio di una classe, non sottoporrà gli alunni alle esigenze della classe dominante, ma avrà come suo scopo il completo sviluppo della loro intera personalità. Invece di un “individuo particolare”, cui è affidata una “particolare funzione sociale”, essa educherà l'”individualità umana” tutta intera”” (S. Hessen, Autobiografia. La pedagogia russa nel XX secolo). Perché, dunque, un così insistente ricorso al Condorcet nello Hessen e un così fuggitivo richiamo all’opera della Krupskaja? Vero è che nella pedagogia della Krupskaja dominanti ispirazioni pedagogiche di Marx erano dilatate in una prospettiva, in cui il Dewey e soprattutto Montessori aveva un risalto non indifferente. Tutto sommato, lo Hessen preferiva, trattando della autonomia della educazione e della scuola, tenersi sul vago e nell’indistinto, dedicare poche righe alla Krupskaja e continuare a polemizzare con la Montessori, come anche col paidocentrismo del Decroly” [Roberto Mazzetti, Sergej Hessen. Un ricercatore fra due civiltà, 1965]