“Sono note le vicende editoriali di questo breve testo: redatto nella primavera del 1845, fu da Marx lasciato inedito e pubblicato per la prima volta dopo la sua morte da Engels nel 1888, in appendice al suo “Ludwig Feuerbach und der Ausgang der deutschen klassischen Philosophie”, in un’edizione sostanzialmente corretta, ma che presentava tuttavia delle lievi varianti rispetto al manoscritto originale (come più avanti si vedrà). In edizione critica le ‘Tesi’ uscirono poi, a cura di David Rjazanov, nel 1925, insieme all’Ideologia tedesca. Le ‘Tesi’ furono tradotte in italiano per la prima volta nel 1899 da Giovanni Gentile (sulla base, ovviamente , del testo edito da Engels) e poste al centro di una fortunata e molto discussa interpretazione della “filosofia di Marx” (Giovanni Gentile, La filosofia di Marx, Spoerri, Pisa, 1899) che Gramsci sicuramente conosceva. Eppure, lungo tutto l’arco degli scritti precedenti i ‘Quaderni’ non compare, nonostante la grande insistenza sull”agire’ e sull”atto’, un solo riferimento a questo testo. Una riflessione sulle ‘Tesi’ si trova solo nei ‘Quaderni’, ma qui è davvero approfondita: Gramsci non solo traduce in italiano, ma le pone anche, come si è iniziato a vedere, al centro della propria personale ricostruzione del materialismo storico, insieme a pochi altri testi di Marx: la ‘Miseria della filosofia’, la ‘Prefazione’ a ‘Per la critica dell’economia politica’ – altro testo che traduce in italiano – alcuni passi della ‘Sacra famiglia’, del ‘Capitale’ (in particolare il ‘Libro I’) e della ‘Introduzione’ alla ‘Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico’ (nota: ‘Sebbene fosse in linea di principio possibile, Gramsci non ebbe mai l’edizione critica delle ‘Tesi’ (né, quindi, conobbe ‘L’ideologia tedesca’). Il testo tedesco che utilizza per la traduzione è infatti contenuto in un volumetto a cura di Ernst Drahn uscito nel 1919, ed è quindi quello engelsiano (…)’)” [Fabio Frosini, Il ‘ritorno a Marx’ nei Quaderni del carcere (1930)’] [in ‘Marx e Gramsci. Memoria e attualità’ a cura di Giuseppe Petronio e Marina Paladini Musitelli, 2001]