‘Ciò ch’è mio mediante il denaro, ciò che io posso, cioè può il denaro, comperare, ciò sono io, il possessore del denaro stesso. Tanto grande la mia forza quanto grande la forza del denaro. Le proprietà del denaro son proprietà essenziali mie, del suo possessore. Ciò ch’io sono e posso non è, dunque, affatto determinato dalla mia individualità. Io sono brutto, ché l’effetto della bruttezza, il suo potere scoraggiante, è annullato dal denaro. Io sono, come individuo, storpio, ma il denaro mi dà ventiquattro gambe; non sono dunque storpio. Io sono un uomo malvagio, infame, senza coscienza, senza ingegno, ma il denaro è onorato, dunque lo è anche il suo possessore. Il denaro è il più grande dei beni, dunque il suo possessore è buono; il denaro mi dispensa dalla pena di essere disonesto, io sono, dunque, un presunto onesto; io sono senza spirito, ma il denaro è lo spirito reale di ogni cosa: come dovrebbe essere senza spirito il suo possessore? Inoltre, questi può comprarsi la gente ricca di spirito e chi ha il potere sulla gente ricca di spirito non è egli più ricco di spirito dell’uomo ricco di spirito? Io, che mediante il denaro posso tutto cuò che un cuore umano desidera, non possiedo io tutti i poteri umani?’. (K. Marx) (in S.S. Prawer, La biblioteca di Marx)

(K. Marx) (in S.S. Prawer, La biblioteca di Marx)