‘Si potrebbe comporre una singolare raccolta di citazioni di autori celebri e di poesie scritte dai disperati che preparano la propria morte con un certo sfoggio. Durante l’intervallo di miracoloso sangue freddo che segue alla decisione di morire, una sorta di contagioso entusiasmo spira da queste anime e fluisce sulla carta, persino nel seno di quelle classi che sono state private di ogni educazione. Nel momento in cui si raccolgono prima del sacrificio, di cui vanno meditando la profondità, tutta la loro potenza si serra assieme per trasfondersi in espressioni calde e caratteristiche. Alcune di tali poesie, sepolte negli archivi, sono dei capolavori. Uno di quegli ottusi borghesi che fanno del negozio la propria anima e del commercio il proprio dio, può giudicare tutto ciò assai romantico e negare con il suo sorriso di scherno sofferenze che non capisce: il suo sprezzo non ci meraviglia. Che altro aspettarsi da questi uomini al tre per cento, i quali neppure immaginano che ogni giorno e ogni ora, pezzo per pezzo, vanno uccidendo se stessi, la loro natura umana! Ma che cosa si deve dire di quelle brave persone che si atteggiano a devote, a colte, e però ripetono le sozzure di quello?’. (K. Marx) (in S.S. Prawer, La biblioteca di Marx)

(K. Marx) (in S.S. Prawer, La biblioteca di Marx)