‘Come nella religione. Più l’ uomo mette in Dio e meno serba in se stesso. L’ operaio mette nell’ oggetto la sua vita, e questa non appartiene più a lui, bensì all’ oggetto. Più è grande questa attività e più l’ operaio diventa senza oggetto. Ciò ch’è il prodotto del suo lavoro egli non lo è. Quanto maggiore dunque questo prodotto, tanto minore è egli stesso. L’ espropriazione dell’operaio nel suo prodotto non ha solo il significato che il suo lavoro diventa un oggetto, un’esterna esistenza, bensì che esiste fuori di lui, indipendente, estraneo a lui, come una potenza indipendente di fronte a lui, e che la vita, da lui data all’oggetto, lo confronta estranea e nemica’. (K. Marx) (in S.S. Prawer, La biblioteca di Marx)
(K. Marx) (in S.S. Prawer, La biblioteca di Marx)