‘L’ enorme forza espansiva della grande industria, rispetto alla quale la forza dei gas è una bagatella, ci appare ora come ‘bisogno’ qualitativo e quantitativo, che si ride di ogni reazione in senso opposto. La reazione è data dal consumo, dallo smercio, dai mercati aperti ai prodotti della grande industria. Ma la capacità espansiva di questi ultimi, sia in estensione che in intensità, è dominata anzitutto da leggi affatto diverse e di molto minore portata. L’ espansione dei mercati non può correre a pari con la moltiplicazione dei prodotti. Il conflitto è inevitabile, e poiché esso non può avere nessuna soluzione fino a che non perviene ad infrangere la forma capitalistica della produzione, esso si ripete periodicamente, imponendo alla forma capitalistica della produzione un nuovo ‘circolo vizioso’. Sin dal 1825, infatti, dal primo scoppiare di una crisi generale, tutto il mondo industriale e commerciale, la produzione e il commercio di tutti i popoli civili e delle loro colonie più o meno barbariche, si sfascia una volta circa ogni dieci anni’. (Federico Engels, L’evoluzione del socialismo dall’ utopia alla scienza, 1945)

(Federico Engels, L'evoluzione del socialismo dall' utopia alla scienza, 1945)