“Sono note le funeste conseguenze della disputa di influenza fra Marx e Bakunin entro la Prima Internazionale: la prima organizzazione operaia importante dilaniata da lotte intestine che la paralizzano e finiscono per disgregarla, un fossato ormai insormontabile fra autoritari e libertari, infine un irrigidimento delle due dottrine, le quali, molto vicine in partenza l’una all’altra, cercano a tutti i costi di differenziarsi. Infatti nulla lasciava prevedere che Marx e Bakunin avrebbero un giorno preso posizioni dottrinali diametralmente opposte. Ancora nel 1868, Bakunin scrive a Marx: «Caro amico, comprendo ora più che mai quanto tu abbia ragione di seguire la grande strada della rivoluzione economica e di invitare a impegnarvici, rimproverando le persone che errano nelle vie traverse delle imprese temerarie, sia nazionali sia politiche. Faccio ora ciò che tu fai già da venti anni…. La mia patria è ora l’ Internazionale della quale tu sei uno dei fondatori. Così, mio caro amico, sono tuo discepolo e sono fiero di esserlo». Bakunin ha finito per adottare la maggior parte delle idee di colui che egli considera come suo maestro, in particolare il materialismo storico con le sue implicazioni politiche ed economiche, l’importanza primaria accordata al proletariato e alla sua organizzazione internazionale. Egli inizia a tradurre il ‘Capitale’ per conto di un editore russo, fino a quando Nietchaïev lo convince che vi sono cose migliori da fare e si incarica di convincere a rinunciare all’anticipo versato da Bakunin. Egli entra anche nel gioco politico di Marx, scatenando una violenta campagna contro Mazzini. «Tuttavia farò preparare a Firenze da Bakunin delle contromine contro Mazzini», si legge in una lettera di Marx ad Engels dell’11 aprile 1865. In compenso divergenze personali si sono manifestate fin dal loro primo incontro a Parigi nel 1844” (pag 107-108) [Henri Arvon, ‘Bakunin. La vita, il pensiero, i testi esemplari’, Sansoni editore, Firenze, 1970]