“Petty ricorda i miglioramenti fondiari (bonifiche, irrigazioni, ecc.) e gli investimenti in infrastrutture (strade, canali navigabili); e sottolinea l’importanza del progresso tecnico incorporato in nuovi strumenti di lavoro. Particolare rilievo è infine attribuito alla divisione del lavoro; ci sembra opportuno al riguardo riportare per esteso i due passi in cui Petty più chiaramente si sofferma sull’argomento. Nella Political Arithmetick’ (scritta fra il 1671 e il 1676, pubblicata postuma a cura del figlio nel 1690) (…). Qualche anno più tardi, in ‘Another Essay in Political Arithmetick’, pubblicato nel 1682, Petty torna sull’argomento proponendo un altro esempio, quello dell’orologio (…). La divisione del lavoro è un argomento ricorrente negli scritti che trattano di questioni economiche, o sociali in senso lato. Schumpeter, nella sua ‘Storia dell’analisi economica’, ne parla come di «questo eterno luogo comune dell’economica», e osserva che già Platone, nella ‘Repubblica’ lo «Elabora … con accuratezza non frequente» (17); ed anche Marx, nel ‘Capitale’, cita in proposito Platone, Senofonte, Isocrate, Diodoro Siculo (18). Ma nei passi sopra riportati possiamo individuare vari elementi positivi dell’impostazione di Petty. In primo luogo osserviamo che egli pone in rilievo non solo la separazione fra i diversi settori produttivi e la divisione territoriale del lavoro (19), ma anche la ripartizione di compiti fra lavoratori all’interno di una stessa attività produttiva. In secondo luogo, come noterà Marx, Petty «considera la divisione ‘sociale’ del lavoro, in genere, solo dal punto di vista della divisione del lavoro di ‘tipo manifatturiero’, come mezzo per produrre più merce con la stessa quantità di lavoro, e quindi per ridurre le merci più a buon mercato e per accelerare l’accumulazione di capitale»; mentre «gli scrittori dell’antichità classica si tengono esclusivamente alla ‘qualità’ e al ‘valore d’uso’, in rigorosissimo contrasto con questa accentuazione della ‘quantità’ e del ‘valore di scambio’» (20)” (pag 93-94) [Alessandro Roncaglia, ‘Petty. La nascita dell’economia politica’, Etas Libri, Milano, 1977] [(17) J. Schumpeter (1959), p. 69. L’importanza di Platone come precursore di Smith per quanto riguarda la divisione del lavoro è stata recentemente sottolineata da V. Foley (1974), pp. 220-42; anche se le differenze d’imopstazione restano notevoli, come ha ricordato P. McNulty (1975), pp. 372-8; (18) K. Marx (1967), pp. 409-10; (19) Per quanto riguarda la divisione territoriale del lavoro, si pensi ad esempio alle ricorrenti proposte di ‘transplantation’ di Petty, tendenti a fare dell’Irlanda un unico immenso allevamento di bestiame (cfr. sopra, cap. 6, nota 38); (20) K. Marx (1967), p. 408. In realtà Petty ricorda, sia pure incidentalmente, anche i miglioramenti quantitativi: «… quando tutte le operazioni… venivano compiute ‘rozzamente’ dalla stessa mano…»; «…l’orologio sarà ‘migliore’ e più a buon mercato..»; ma è indubbio che rispetto agli scrittori dell’età classica vi è stato uno spostamento di attenzione, dall’aspetto qualitativo a quello quantitativo della riduzione dei costi]
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- Articolo pubblicato:11 Febbraio 2022