‘Perché dunque il cotone, la patata e l’ acquavite sono il pernio della società borghese? Perché per produrli è necessario meno lavoro e sono per questo a basso prezzo. Perché il minimo del prezzo decide il massimo del consumo? Sarebbe per caso a causa dell’ utilità assoluta di questi oggetti, della loro utilità intrinseca, della loro utilità in quanto corrispondono ad un bisogno dell’ operaio come uomo, e non dell’ uomo come operaio? No, la ragione è che in una società fondata sulla ‘miseria’, i prodotti più ‘miseri’ hanno la prerogativa fatale di servire all’ uso del maggior numero. Ora dire che perché le cose meno costose sono di maggior uso devono esser anche di maggiore utilità è come dire che l’ uso tanto diffuso dell’ acquavite, a causa della sua poca spesa di produzione, è la prova conclusiva anche della sua utilità; è dire al proletariato che la patata è per lui più igienica della carne; è accettare lo stato di cose esistente, è fare infine, con Proudhon l’apologia di una società, senza comprenderla. In una società avvenire, in cui l’ antagonismo delle classi fosse cessato, in cui non vi fossero più classi, l’ uso non sarebbe determinato dal ‘minimum’ del prezzo di produzione connesso ad ogni oggetto, ma verrebbe determinato dal suo grado di utilità’. (Karl Marx, La miseria della filosofia. Risposta alla ‘Filosofia della Miseria’ di Proudhon)

(Karl Marx, La miseria della filosofia. Risposta alla 'Filosofia della Miseria' di Proudhon)