‘L’intera ‘rivoluzione’ si è così risolta in un’autentica commedia; l’unica consolazione è che un nemico sei volte più forte abbia mostrato di avere si volte meno coraggio. Ma questa commedia, grazie alla sete di sangue della controrivoluzione, ha avuto una tragica fine. Gli stessi combattenti che, in marcia o sul campo di battaglia, più di una vota erano stato presi dal terror panico, sono morti nelle fosse di Rastatt (1) come eroi. Nessuno ha mendicato pietà, nessuno ha tremato. Il popolo tedesco non dimenticherà le fucilazioni e le casematte di Rastatt; non dimenticherà i grandi uomini che hanno ordinato queste infamie, ma nemmeno i traditori che per la loro viltà ne portano la colpa: i Brentano di Karlsruhe e Francoforte.’ (Friedrich Engels, La campagna per la costituzione tedesca) (in F. Engels, Viandante e soldato della rivoluzione) (1) La fortezza di Rastatt resistette ai Prussiani fino al 23 luglio 1849. In seguito alla capitolazione, i circa 5 mila uomini della guarnigione vennero rinchiusi nelle orribili casematte e lasciati marcire per tutto l’agosto e parte del settembre in attesa che i tribunali militari entrassero in funzione: i condannati a morte furono ventotto, i condannati all’ergastolo sessantotto. Un piccolo numero di prigionieri riuscì ad evadere: i rilasciati emigrarono.

(Friedrich Engels, La campagna per la costituzione tedesca) (in F. Engels, Viandante e soldato della rivoluzione)