“Già dal 1915, e perfino nel novembre 1914, Kautsky si schierò risolutamente contro il concetto fondamentale espresso nella nostra definizione, dichiarando che per imperialismo non si doveva intendere una «fase» o uno stadio dell’economia, bensì una politica ben definita, una certa politica «preferita» dal capitale finanziario, e che non si doveva «identificare» l’imperialismo col «moderno capitalismo», sostenendo che la questione della necessità dell’imperialismo per il capitalismo si riduce a una «piatta tautologia», allorché s’intendano sotto il nome di imperialismo «tutti i fenomeni del capitalismo moderno», – i cartelli, i dazi protettivi, il dominio dei finanzieri e la politica coloniale – giacché in tal caso «naturalmente l’imperialismo è, per il capitalismo, una necessità vitale» … L’imperialismo à la tendenza alle annessioni: a questo si riduce la parte ‘politica’ della definizione katuskiana. È esatta, ma molto incompleta, perché politicamente imperialismo significa, in generale, tendenza alla violenza e alla reazione. Ma qui noi ci preoccupiamo specialmente del lato ‘economico’ della questione, incluso da Kautsky stesso nella ‘sua’ definizione. Gli errori della definizione kautskiana saltano agli occh. Per l’imperialismo ‘non’ è caratteristico il capitale industriale, ‘ma’ quello finanziario. Non a casa in Francia, in particolare, il rapido incremento del capitale ‘finanziario’, mentre il capitale industriale decadeva dal 1880 in poi, ha determinato un grande intensificarsi della politica annessionistica (coloniale). È caratteristica dell’imperialismo appunto la sua smania ‘non soltanto’ di conquistare territori agrari, ma di metter mano anche su paesi fortemente industriali (bramosie della Germania sul Belgio, della Francia sulla Lorena), giacché in primo luogo il fatto che la terra è già spartita costringe, quando è in corso una ‘nuova spartizione’, ad allungare le mani su paesi ‘di qualsiasi genere’, e, in secondo luogo, per l’imperialismo è caratteristica la gara di alcune grandi potenze in lotta per l’egemonia, cioè per la conquista di terre, diretta non tanto al proprio beneficio quanto a indebolire l’avversario e a minare la ‘sua’ egemonia (per la Germania, il Belgio ha particolare importanza come punto d’appoggio contro l’Inghilterra; per questa a sua volta è importante Bagdad, come punto d’appoggio contro la Germania, ecc.). Kautsky, che pretende di continuare nella difesa del marxismo, di fatto fa un passo indietro in confronto del ‘social-liberale’ Hobson”, il quale molto ‘più giustamente’ prende in considerazione due concrete peculiarità «storiche» (Kautsky invece, con la sua definizione, si beffa della concretezza storica!) del moderno imperialismo, e cioè: 1. la concorrenza di ‘diversi’ imperialismi; 2. la prevalenza del finanziere sul commerciante” (pag 320-322) [V.I. Lenin, ‘L’imperialismo’, v. pp. 127-33, 15-55); (in) Alberto Martinelli, a cura, ‘La teoria dell’imperialismo’, Loescher editore, Torino, 1974]
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- Articolo pubblicato:27 Marzo 2025