“”Nel suo ‘Rapporto sulla rivoluzione’ del 1905, Lenin si sofferma in modo diffuso sul tema dei Soviet, e ne descrive il processo di formazione «nel fuoco della lotta», ma soprattutto la capacità di sopportare una prima intelaiatura del governo operaio: «…. si costituì un’originale organizzazione di massa: – egli dice- i celebri ‘soviet dei deputati operai’, assemblee di delegati di tutte le fabbriche. In alcune città della Russia, questi ‘soviet dei deputati operai’, andarono sempre più assumendo la funzione di un governo rivoluzionario provvisorio, la funzione di organi e dirigenti dell’insurrezione. Si tentò anche di organizzare i soviet dei deputati dei soldati e marinai e di unirli ai soviet deputati operai. In quei giorni diverse città russe diventarono piccole “repubbliche” locali, in cui le autorità governative erano state destituite e il soviet dei deputati operai funzionava effettivamente come un nuovo potere statale» (149). Se la guerra civile si fonda sul programma «generalissimo» dell’abbattimento dell’autocrazia, sono i soviet che realizzano una saldatura fra movimento di massa e sua trasformazione in governo: essi «sorgono sul terreno degli scioperi politici di massa, come organizzazioni apartitiche delle vaste masse operaie» (150), ma questa provenienza spontanea non impedisce che si trasformino «in organi della lotta rivoluzionaria generale» (151)” (pag 137-138) [Silvio Suppa, ‘Consiglio e Stato in Gramsci e Lenin’, Dedalo, Bari, 1979; cap. 4: ‘La teoria dei soviet in Lenin: soviet e Stato. Una critica di Kelsen] [(149) V.I. Lenin, ‘Rapporto sulla rivoluzione del 1905’, cit., in Opere, vol. XXIII, p. 249; (150) V.I. Lenin, ‘Piattaforma tattica per il congresso di unificazione del POSDR’, cit., in Opere, vol. X, p. 152; (151) Ibidem]