“Nata nel 1871 in un borgo nei pressi di Lublino, Rosa Luxemburg trascorre infanzia e adolescenza in una Polonia che all’epoca era parte dell’immenso impero zarista. Sin dai tempi del Liceo si appassiona fino alle vertigini alle opere di Marx ed Engels, così entra in un gruppo clandestino rivoluzionario; per questo viene braccata dalla polizia zarista, ma riesce a scappare rocambolescamente in Svizzera e a stabilirsi a Zurigo. Qui si iscrive all’Università, studia legge, filosofia e discipline politiche, ma non molla neppure per un istante la causa del proletariato. Collabora alla nascita del partito socialista polacco in esilio, mentre – come un vulcano in eruzione – inizia a scrivere articoli, interventi, discorsi, proposte, saggi e poi volumi che la fanno risaltare in primo piano sullo scenario asfittico del socialismo internazionale di fine Ottocento, con la polizia di mezza Europa sempre alle calcagna, ottiene la cittadinanza tedesca grazie a un matrimonio di mera convenienza. Proprio in una Germania imperialista, entrata nel nuovo secolo a colpi di cannone, la giovane Rosa dirigente dell’ SPD, il Partito Socialdemocratico tedesco dell’epoca il più potente e influente d’Europa e – a causa delle sue idee e dell’irrefrenabile attività rivoluzionaria – finisce continuamente in galera. Stimata dai dirigenti socialisti e comunisti di tutto il continente, Rosa Luxemburg non si rassegna ad alcun conformismo ideologico: sferza il revisionismo di Bernstein e – come vedremo – contesta Lenin con accuse al vetriolo. Pur considerando Marx come l’arma più potente contro il capitalismo, non risparmia critiche neppure al suo ‘Capitale’, allora considerato come il testo sacro del movimento comunista mondiale. In una lettera del 1917, infatti, scrive: «il celeberrimo primo volume del ‘Capitale’ di Marx, con il suo sovraccarico di ornamenti rococò in stile hegeliano, ormai mi fa orrore (cosa per cui secondo il Partito meriterei cinque anni di carcere duro e dieci di gogna)» (8). Libera come l’aria nonostante le sbarre, Rosa Luxemburg giunge al punto di rottura con il Partito Socialdemocratico tedesco proprio quando quest’ultimo, allo scoppio del primo conflitto mondiale, tradisce la causa internazionalista e approva in Parlamento le leggi che rendono possibile lo stato di guerra. Da questo momento in poi e fino all’ultimo respiro – quando sarà uccisa a Berlino dalle squadracce dei Freikorps – ‘la guerra alla guerra’ sarà la sua occupazione principale. Il conflitto mondiale le pare pura macelleria, serve solo ai grandi interessi dei capitalisti, aggrava le condizioni degli ultimi, quando non li uccide. «La guerra è un assassinio metodico, organizzato, gigantesco. Ma per indursi all’assassinio sistematico un uomo normale deve arrivare prima a una adeguata ubriacatura. E questo è, da sempre, il metodo ben fondato di coloro che conducono le guerre. Alla brutalità dell’azione deve corrispondere la bestialità del pensiero e del sentimento» (9). Per tutti questi motivi, la scelta del partito socialista tedesco, di accettare supinamente la via del conflitto e addirittura di concedere unilateralmente una tregua nella lotta proletaria contro il capitale, le pare un inaccettabile suicidio. Proprio per avere manifestato pubblicamente, nel 1914, a Francoforte, tutto il proprio disgusto nei confronti della guerra mentre ormai i militari lucidavano le armi, la nostra pensatrice viene accusata di avere incitato le platee alla diserzione e per questo – una volta di più – viene condannata a un anno di carcere. La guerra, specialmente quando diventa mondiale, le sembra rappresentare il regresso della società capitalistica e borghese verso la barbarie” (pag 13-16) [Mario Trentadue, Introduzione ”Il volo delle aquile. Rosa Luxemburg e Simone Weil a confronto”, (in) ‘Simone Weil, Rosa Luxemburg. (1933)’, Farina Editore, Milano, 2021, a cura di Mario Trentadue] [(8) Rosa Luxemburg, ‘Lettera a Hans Diefenbach’, 8 marzo 1917, in ‘Dappertutto è la felicità’, op. cit., p. 50; (9) Rosa Luxemburg, ‘Socialismo o Barbarie’, Roma, Red Star Press, 2019, pp. 33-34]
- Categoria dell'articolo:Nuove Accessioni
- Articolo pubblicato:29 Gennaio 2025