“Quando i bolscevichi presero il potere, rifiutarono di dare la loro adesione al nuovo governo impugnando come arma di lotta la distinzione fra marxismo e leninismo, destinata a fare molta strada. Mondolfo scrisse il primo articolo sull’argomento nel febbraio 1919, in riposta a un articolo di Arturo Labriola il quale aveva sostenuto la continuità fra Marx e Lenin come continuità fra la teoria e la sua applicazione pratica. A questo articolo aveva già risposto Turati, il quale aveva scritto di non aver mai sospettato che «conquista del potere da parte del proletariato volesse dire usurpazione del potere e terrore sistematico da parte di una setta (…), sostituzione del Soviet ai Parlamenti (…) negazione di ogni libertà e di ogni democrazia», e concludeva affermando che Lenin non doveva assumere il potere perché in quelle condizioni era evidente che non avrebbe potuto mantenerlo se non col terrore (12). Con linguaggio più pacato ma nello stesso ordine di idee, Mondolfo, citando e ricitando i famosi passi marxiana della ‘Critica dell’economia politica’, spiegava che: «l’essenziale e il proprio marxismo (…) sta nel suo carattere ‘critico-pratico’», il quale consiste in una «concezione realistica della storia e nel trarre da questa viva coscienza storica la stessa teoria del movimento proletario»; e si domandava «Che c’è di tutto questo, che pure, ripeto, è l’essenza del marxismo, nella praxis leninista? Era forse giunta l’economia capitalistica in Russia al pieno sviluppo di tutte le forze produttive che era capace di dare? Poteva quindi in Russia Lenin avviare… l’ ‘era socialista’». Concludeva citando un altrettanto famoso brano di Engels che era e ha continuato ad essere uno dei testi canonici della teoria delle rivoluzioni che non si devono fare: il peggio che «possa capitale al capo di un partito estremo è di venir costretto ad assumere il potere quando il movimento non è ancor maturo per il dominio della classe ch’esso rappresenta e per l’attuazione delle misure che la signoria di questa classe richiede» (12). Nella prefazione alla prima edizione di ‘Sulle orme di Marx’, datata settembre 1919, Mondolfo riprendendo e riassumendo l’argomento citava Kautsky il cui libro ‘Dittatura del proletariato’ era uscito nel 1918, e per condannare la violenza ingiustificata si valeva della stessa metafora. Kautsky aveva scritto: «Essi (i bolscevichi) ritengono che questo sia il metodo più indolore per far nascere il socialismo e «abbreviare le doglie del parto». Ma volendo rimanere nell’analogia, la nostra esperienza ci richiama alla mente piuttosto una donna incinta, che si mette a fare i salti più matti allo scopo di abbreviare la durata della sua gravidanza, che mal sopporta, e arrivare ad un parto prematuro. Il prodotto di un tale comportamento di regola è un bimbo incapace di vivere» (14). Mondolfo: «L’ostetrico (…) dovrebbe uccidere la gestante per liberare il feto; sia pur questo embrione informe, privo dello sviluppo degli organi della sua vitalità; i ferri chirurgici dovrebbero compiere il miracolo di tenerlo in vita, e farlo formare e crescere dopo averlo tratto alla luce» (15). Nel gennaio del 1921 Mondolfo prendeva lo spunto dal famoso duello oratorio fra Zinoviev e Martov al Congresso dell’USPD (Partito social-democratico indipendente della Germania) per ribadire le proprie accuse ai bolscevichi dando torto al primo e ragione al secondo. (…) (16)” (pag 89-90) [Norberto Bobbio, ‘Maestri e compagni’, Passigli editore, Firenze, 1984] [(12) F. Turati, Commento a ‘Leninismo e marxismo’, di A. Labriola, in ‘Critica sociale’, XXIX, n. 2, 16-31 gennaio 1919, p. 23; (13) ‘Leninismo e marxismo’ (1919), in UM, pp. 148-149; anche in ‘Sulle orme di Marx’, Bologna, Cappelli, 1923, vol. I., p: 108; (14) Traggo questo brano, che si trova nello scritto ‘Demokratie oder Diktatur’, da libro di M. Salvadori, ‘Kautsky e la rivoluzione socialista (1880-1938)’, Milano, Feltrinelli, 1976, p. 237; (15) ‘Sulle orme di Marx’, cit., vol I, p. 136; (16) ‘Martov contro Zinoviev e l’antitesi fra socialismo e bolscevismo’ (1921), in ‘Sulle orme di Marx’,, cit, vol. I, p. 159]
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- Articolo pubblicato:23 Gennaio 2025