“L’intrico di polemiche che circondarono la figura di Lafargue, appena apparvero chiari i collegamenti stretti che egli intratteneva con il Consiglio generale di Londra e in particolare con il corrispondente per la Spagna, F. Engels (32), e soprattutto dopo che l’esule ebbe iniziato un’intensa campagna polemica contro l’organizzazione segreta bakuninista «Alianza internacional de la democracia socialista» (33), non facilita certamente la comprensione del ruolo effettivamente svolto dal profugo comunalista in seno ai gruppi internazionalisti madrileni (34). Tuttavia va rilevato che, durante la sua breve residenza nella capitale (dicembre 1871-luglio 1872), egli seppe vitalizzare quella tendenza antilibertaria che, attraverso la riflessione teorica di una parte del gruppo redazionale della «Emancipación», andava faticosamente definendosi nella prospettiva della partecipazione del mondo del lavoro subalterno alla vita politica nazionale. (…) È probabile che Lafargue avesse intuito che tale nuovo indirizzo strategico, ancora nella sua fase di latenza, avrebbe potuto orientars nel breve periodo sulla via preconizzata da Marx qualora gli fossero state fornite le necessarie categorie analitiche per fondare una più organica concezione del mondo e per affrontare, con una sistematicità epistemologica , la complessa problematica connessa all’individuazione delle leggi regolatrici della produzione capitalistica. (…) In un secondo gruppo di articoli dal titolo ‘La organización social’ ascrivibili alla penna dell’esule comunalista e pubblicati sulla «Emancipación» dal 1° giugno 1872, Lafargue sviluppava con maggiore sistematicità la questione del partito politico della classe operaia il cui compito veniva distinto da quello delle organizzazioni professionali delel maestranze la cui funzione consisteva nel «resolver la cuestión del trabajo en todas sus diferentes manifestaciones» (42). L’interesse di questi due gruppi di scritti va ricercato anche nella novità del linguaggio utilizzato dall’esule per delimitare concettualmente il tema del rapporto conflittuale tra il mondo operaio e quello imprenditoriale. Infatti esso si avvaleva di espressioni («explotados», «explotadores», «clase obrera», ecc.) che facevano riferimento ad una situazione di sfruttamento del lavoro (appropriazione di plusvalore) ad opera dei detentori del capitale senza ricorrere alla elementare terminologia usata dalla stampa anarchica che preferiva, in linea di massima, servirsi di termini forniti da una generica connotazione sociologica («pobres», «ricos», «señores y esclavos»(…) ecc.). Che questa nuova impostazione metodologica in chiave marxista avanzata da P. Lafargue, non costituisse una codificazione concettuale occasionael, sembra del resto dimostrato dalla frequenza con cui «La Emancipación» pubblicava estratti di testi marxiani. Dal 13 aprile il giornale riproduceva ampi passi della ‘Miseria della filosofia’ sotto il titolo di ‘Teoria de la lucha de clases’; dal 2 novembre sulle sue colonne appariva a puntate (fino al 7 dicembre) il ‘Manifiesto comunista’ (43), che era stato preceduto dalla pubblicazione, alcuni giorni prima, di una lettera di Marx all’editore francese del ‘Capitale’ (44) e del prologo a tale edizione. Infine il 4 gennaio 1873 veniva riportato integralmente il testo del ‘Manifiesto inaugural de la Asociación internacional de trabajadores’. All’intesa attività di propaganda ideologica, svolta attraverso le nuove teorizzazioni sociali marxiste dal profugo comunalista, riprese dal piccolo nucleo socialista che si era raccolto intorno a lui (composto per la maggior parte dai redattori del «La Emancipación» espulsi nel marzo 1872 dalla Federazione locale madrilena dell’Ait (45), tra cui importa ricordare i nomi di F. Mora (46), J. Mesa (47), P. Iglesias (48), si affiancava anche un’opera di organizzazione politica dei lavoratori il cui primo risultato tangibile era stato la fondazione di un nuovo organismo denominato ‘Nueva federación madrileña’ (8 luglio 1872) (49), il quale aveva ottenuto un primo riconoscimento ufficiale da parte dell’assemblea congressuale dell’Aia (settembre 1872) (50)” (pag 240-243) [Eva Civolani, ‘L’anarchismo dopo la Comune. I casi italiano e spagnolo’, Franco Angeli, Milano, 1981] [(32) Di tali rapporti costituisce un’interessante testimonianza la corrispondenza scambiata tra Lafargue ed Engels pubblicata in F. Engels, P. et L. Lafargue, ‘Correspondance’, cit., pp. 9-29 (…); (33) L’esistenza di questo organismo segreto era sempre stata negata da parte anarchica. Tuttavia è assai probabile che effettivamente esso raccogliesse la maggior parte dello stato maggiore libertario dell’Internazionale spagnola, cfr. A. Lehing, ‘La lutte des tendances au sein de la Première Internationale…’, cit., in ‘La Première Internationale: L’institution…’, cit.. (…); (34) Per un’analisi complessiva dell’attività di Lafargue in Spagna, cfr. J.J. Morato, ‘Lideres…’, cit., pp. 123-131 e C.L. Lida, ‘Anarquismo y revolución’…, cit, pp. 162 sgg. Un giudizio negativo su Lafargue, da parte anarchica, si trova in M. Nettlau, ‘Documentos inéditos’…, cit., p. 139; (…) (42) «La Emancipación», 22 giugno 1872); (43) Per quel che riguarda in generale la diffusione del ‘Manifesto’ in Spagna, cfr. E. Gasch, ‘Difusió del «Manifest Comunista» a Catalunya i Espanya (1872-1939), in ‘Recerques’, 1975, n. 5, pp. 21-30; (44) «La Emancipación», 26 ottobre 1872; (45) L’espulsione era tata motivata sulla base della pubblicazione, non autorizzata dalla Federazione madrilena dell’Ait, di un appello al partito repubblicano a carattere conciliativo; cif. «La Emancipación», 25 febbraio 1872. (…); (46) Sull’opera e la vita di Mora, cfr, J.J. Morato, ‘Lideres’, cit., pp. 37-53. F Mora fu anche autore di una storia del socialismo spagnolo (‘Historia del socialismo obrero español…’, cit..) ricca di spunti critici e dati; (47) Su J. Mesa, cfr. J.J. Morato, ‘Lideres…’, cit., pp. 107-122. Il Mesa era stato autore di diverse opere storiche, tra cui importa rammentare ‘La “Commune” de Paris de 1871: Estudio histórico, Madrid, s.d.; (48) A P. Iglesias sono stati dedicati numerosi lavori in ragion del ruolo di primo piano da lui svolto nella formazione del ‘Partido socialista obrero’ (…); (49) F. Mora, op. cit., p. 138 (…); (50) Cfr. ‘La Première Internationale’, cit., vol. II, pp. 376-377. Anche dopo il suo trasferimento da Londra a New York, il Consiglio generale continuò a riconoscere nella Nfm ‘Nueva federación madrileña’, l’unica rappresentante ufficiale dell’Internazionale iberica e intrattenne con essa uno scambio epistolare di cui una buona parte è stata raccolta da S. Bernstein, ‘Papers of the General Council of the International Workingmen’s Association’, New York, 1872-1878, Milano, 1962]
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- Articolo pubblicato:31 Dicembre 2024