“As suggested earlier, Marx and Engels also did their part in establishing France as the particular microcosm in which the workings of universal historical laws could best be seen. Engels, in the preface to an edition of Marx’s ‘The Eighteenth Brumaire of Louis Napoleon’ remarked that: «France in the land where, more than anywhere else, the historical class struggles were each time fought out to a decision, and where, consequently, the changing political forms within which they move and in which their results are summarized have been stamped in the sharpest outlines… France demolished feudalism in the Great Revolution and established the unalloyed rule of the bourgeoisie in a classical purity unequalled by any other European land (17). And Marx himself was cognizant of how much one revolution could offer subsequent ones in the way of its particular mythology: «Just when men seem engaged in revolutionizing themselves and things, in creating that which has never yet existed, precisely in such periods of revolutionary crisis they anxiously conjure up the spirits of the past in their service and borrow from them names, battle cries, and costumes in order to present the new scene of world history in this time-honored disguise and this borrowed language (18). Not surprisingly, the revolutions in France in 1830, 1848, and 1870, despite their mixer results, reinforced this view of the French Revolution as the first act of an ongoing revolutionary drama whose subsequent acts would produce “names, battle cries, and costumes” that were borrowed from the first one (19)” (pag 76-77) [(17) Engels in Karl Marx, ‘The Eighteenth Brumaire of Louis Napoleon’ (1852; New York, 1963), 13-14; (18) Ibid. 15.] [Come suggerito in precedenza, anche Marx ed Engels hanno fatto la loro parte nell’affermare la Francia come il microcosmo particolare in cui il funzionamento delle leggi storiche universali poteva essere meglio visto. Engels, nella prefazione a un’edizione de “Il diciotto brumaio di Luigi Napoleone” di Marx, osservava che: «La Francia è il paese dove, più che altrove, le lotte di classe storiche sono state ogni volta combattute fino a una decisione, e dove, di conseguenza, le mutevoli forme politiche entro le quali esse si muovono e in cui si riassumono i loro risultati sono state impresse nei contorni più netti… La Francia demolì il feudalesimo durante la Grande Rivoluzione e stabilì il dominio puro della borghesia in una purezza classica che non ha eguali in nessun altro paese europeo (17). E lo stesso Marx era consapevole di quanto una rivoluzione potesse offrire alle successive in termini della sua particolare mitologia: «Proprio quando gli uomini sembrano impegnati a rivoluzionare se stessi e le cose, a creare ciò che non è mai esistito, precisamente in questi periodi di crisi rivoluzionaria, essi evocano ansiosamente gli spiriti del passato al loro servizio e prendono in prestito da essi nomi, grida di battaglia e costumi per presentare la nuova scena della storia mondiale in questo antico travestimento e in questo linguaggio preso in prestito» (18). Non sorprende che le rivoluzioni in Francia del 1830, 1848 e 1870, nonostante i loro risultati contrastanti, abbiano rafforzato questa visione della Rivoluzione francese come il primo atto di un dramma rivoluzionario in corso i cui atti successivi avrebbero prodotto “nomi, grida di battaglia e costumi” che sono stati presi in prestito dal primo (19)” (pag 76-77) [(17) Engels in Karl Marx, ‘Il diciotto brumaio di Luigi Napoleone’] [Jay Bergman, ‘The Perils of Historical Analogy: Leon Trotsky on the French Revolution’, The Journal of the History Ideas, n. 1, gen-mar. 1987, pag 73-98]