“Nel numero del 10 marzo «La Campana» pubblicava il programma della Federazione operaia napoletana sottoscritto anche da Cafiero. Il programma enunciava dei principi generali senza parlare del modo come realizzarli. L’imposizione del programma non permetteva di collocare organizzativamente Cafiero tra gli adepti di Bakunin; ne faceva un aderente. Cafiero si recava nel maggio da Bakunin per verificare se le accuse a Bakunin avessero un fondamento e per discutere le posizioni alle quali Cafiero si stava avvicinando. Una intesa veniva raggiunta tra Cafiero e Bakunin e Cafiero scriveva a Engels la lettera di rottura per denunciare il dissenso sulla strategia e sulla tattica scivolando sul punto centrale della polemica tra marxisti e bakuninisti, quello cioè della individuazione delle forze che dominano la società e la conseguente determinazione delle forme e dei punti di attacco per sovvertirla. Questa forza era la borghesia, concepita da Engels e da Cafiero in maniera diversa, perché diverse erano le borghesie alle quali si riferivano (27). Engels prevedendo la scelta operata da Cafiero scriveva a un corrispondente due giorni prima della lettera di rottura di Cafiero: «Gli italiani devono fare ancora un po’ di scuola di esperienza, per imparare che un popolo di contadini arretrati, come loro, non fa che rendersi ridicolo quando vuole insegnare ai lavoratori dei grandi paesi industriail come debbono affrancarsi» (28). Cafiero aveva realizzato una intesa immediata con Bakunin in quanto Bakunin si faceva portavoce e interprete del movimento rivoluzionario contadino russo. Nella lettera di rottura Cafiero affermava: «Siate pur sicuro, che i nostri borghesi hanno resi i contadini assai più rivoluzioari di quanto potrebbero renderli tutti i nostri discorsi, e questa è la gran ventura d’Italia» [(pag 14-15) [Gianni Bosio, ‘Carlo Cafiero’ (in) Carlo Cafiero, ‘Rivoluzione per la rivoluzione. Raccolta di scritti a cura e con introduzione di Gianni Bosio’, Samonà e Savelli, Roma, 1970] [(27) Lettera di Cafiero a Engels; (28) IGF, op. cit., (lettera di Engels a Th. Cuno del 10 giugno 1872); p. 217]