“Ma l’Austria di Metternich, una volta che le ferrovie sono impiantate, non può più restare l’Austria di Metternich. Il poeta Heinrich Heine esprime questo dilemma in un poema, la favola del cavallo e dell’asino. I due animali vedono insieme: “Su ferree guide, celeri quai lampi, / Cocchi e carri a vapore, / Col nero fumaiolo imbandierato, / Scorrere con fragore”. In seguito a ciò il cavallo si spaventa: il suo tempo è passato, l’uomo non avrà più bisogno di lui, non lo nutrirà più e lo manderà al diavolo. Però l’asino non si rattrista; lui, semplice, senza pretese, utile animale da lavoro non ha niente da temere dai tempi nuovi, gli uomini ne avranno sempre bisogno. Morale: “Voi suberbi cavalli, voi minaccia / Un tremendo futuro; / Noi asini modesti abbiamo il nostro / Avvenire sicuro”. «Il tempo dei cavalieri è cessato» – ma i «cavalieri», i reggitori della Germania, si rifiutano di riconoscerlo, su questo fatto si basano le contese politiche dei decenni seguenti. Senza dubbio i fatti si svolgono nella realtà molto più lentamente che nel pensiero. L’unione doganale è tanto lontana dal poter creare rapidamente l’unità politica della Germania, che tuttavia si basa su di essa, quanto lontana è la nuova industria, che nasce dalle ferrovie, dal poter realizzare rapidamente quella mescolanza o quella soppressione di classi sociali che certi teorici aspettano da essa. Frattanto l’allievo ginnasiale Friedrich Engels, passa ogni giorno, nella sua città natale di Barmen, davanti a fabbriche dove gli operai, in locali opprimenti, non visitati da ispettori del lavoro, «respirano più fumo e polvere che ossigeno» – tra loro vi sono bambini di sei anni. E a lui e ad altri viene l’idea che doveva ben presentarsi alla gente in quei tempi: il fulcro di ogni storia è la storia economica. Le lotte politiche non sono che l’espressione di ciò che avviene nel campo del lavoro e dell’industria; i politicanti non sono che burattini sospesi a fili dei quali essi stessi non si rendono conto…” (pag 94) [Golo Mann, Storia della Germania moderna, 1789-1958′, Sansoni editore, Firenze, 1964]