“Nella prefazione a «Per la critica dell’economia politica», breve saggio di storia mondiale, Marx scrive: «A grandi linee, i modi di produzione asiatico, antico feudale e borghese moderno possono essere designati come epoche che marcano il progresso della formazione economica della società» (1)” (pag 26); “Più di una volta Marx espresse l’opinione che il modo di produzione asiatico si distingue pregiudizialmente da tutti gli altri modi di produzione. Il problema delle particolarità della società asiatica lo interessò (come interessò Engels) dall’inizio della sua attività scientifica fino alla morte. Non citiamo tutti i passi delle sue opere che trattano di questo problema: andremmo troppo per le lunghe. Inoltre, le citazioni, se isolate dal contesto presentano sovente un quadro inesatto dello sviluppo del pensiero di Marx. Riportiamo alcune citazioni da opere scritte nei più diversi periodi della sua vita, all’unico scopo di dimostrare che il concetto di modo di produzione asiatico è parte integrante della sua dottrina economica. 1857. Nell’introduzione a “Per la critica dell’economia politica” si dice: «Così l’economia borghese è giunta a intendere quella feudale, antica e orientale, quando è incominciata l’autocritica della società borghese» (2). Marx usa in proposito ora l’espressione società ‘asiatica’, ora l’espressione società ‘orientale’ per ragioni diverse, come risulta dagli esempi successivi. Nel 1853 Marx scrive: «Il clima e le condizioni del suolo, specialmente la grande fascia di deserti che dal Sahara, attraverso l’Arabia, la Persia, l’India e la Tartaria si estende fino ai più elevati altipiani dell’Asia, fecero dell’irrigazione artificiale mediante canali ed altre opere idrauliche la base dell’agricoltura in Oriente… Questa necessità primaria di un uso comune ed economico dell’acqua… impose di necessità l’intervento del potere centralizzatore del governo. Di qui la funzione economica devoluta a tutti i governi asiatici di provvedere alle opere pubbliche» (3). Quindi egli parla del fatto che ampie regioni dell’Egitto, dello Jemen, della Persia e dell’Indostan, che erano state fiorenti, si sono ora trasformate in deserti, in quanto i governi non adempivano alla loro funzione: l’organizzazione dell’irrigazione sociale. Da queste enunciazioni di Marx deriva necessariamente: 1) Il concetto di «modo di produzione asiatico» ‘non deve intendersi in senso geografico’, perché include vaste regioni dell’Africa. Per questo insieme col termine «società asiatica» Marx usa di tanto in tanto il termine «società orientale». 2) ‘Il concetto di modo di produzione asiatico non si estendeva secondo Marx – a tutta l’Asia’ ma solo alle regioni dove le precipitazioni atmosferiche non erano sufficienti per la produzione agricola. Ne consegue che sarebbe insensato cercare di risolvere il problema della Cina, come hanno fatto i nostri sinologhi. Nella maggior parte delle regioni della Cina le precipitazioni erano sufficienti per l’agricoltura e non vi era necessità di irrigazione soprattutto nei tempi più antichi, quando la densità della popolazione non era così elevata da rendere necessaria l’irrigazione per aumentare i raccolti. Nei decenni in cui lavorava al «Capitale» Marx ritorna sul problema delle particolarità dell’economia asiatica; e lo stesso fa Engels nell’«Antidühring». Citiamo alcuni esempi. «D’altra parte, se la forma naturale della rendita fondiaria, che in Asia costituisce anche l’elemento principale dell’imposta governativa, poggia colà su rapporti di produzione che si riproducono con la inalterabilità dei fenomeni naturali, questo modo di pagamento tende a conservare, a sua volta, per riflesso, l’antica forma di produzione» (4). Marx ripete più volte questi concetti nel III volume del «Capitale». «… Il produttore diretto si trova qui in possesso dei propri mezzi di produzione… egli coltiva il suo campo ed esercita in modo autonomo l’industria domestica rurale connessa a questa coltivazione… In tali condizioni il pluslavoro per il proprietario nominale della terra può essere estorto soltanto con una coercizione extraeconomica, qualsiasi forma essa possa assumere… Se non sono i proprietari fondiari privati, ma è, come in Asia, lo Stato che si contrappone ad essi direttamente come proprietario fondiario e contemporaneamente come sovrano, rendita e tasse coincidono, o piuttosto non vi è tassa che differisca da questa forma di rendita fondiaria… Lo Stato è qui il supremo proprietario fondiario, la sovranità è qui la proprietà terriera concentrata su scala nazionale. Ma d’altro lato non esiste proprietà privata della terra, sebbene vi sia il possesso e l’uso tanto privato che comune della terra» (5). Nello stesso modo egli analizza le condizioni dell’Asia quando si tratta della rendita fondiaria. E in particolare sottolinea la coercizione extra-economica in India. Marx ed Engels accennano sovente nelle loro opere al modo di produzione asiatico. Engels scrive nello «Antidühring»: «Per quanto numerosi siano stati i governi dispotici che si sono formati e che sono caduti in Persia e in India, ognuno di essi sapeva in modo assolutamente preciso di essere l’imprenditore generale dell’irrigazione delle vallate fluviali, senza di che laggiù non sarebbe stata possibile l’agricoltura» (3). Engels nega categoricamente la presenza del modo di produzione feudale nell’Asia antica: «In oriente solo i turchi hanno introdotto nelle terre da loro conquistate una forma di proprietà terriera feudale». E a conferma di questa tesi cita il seguente fatto: «In tutto l’oriente dove proprietario terriero è la comunità o lo stato, manca nelle lingue perfino la parola proprietario terriero e su questo argomento il signor Dühring può consultare i giuristi inglesi ce sulla questione “Chi è il proprietario?” si sono affaticati in India…» (4)” (pag 27-29) [Eugen Varga, ‘Il modo di produzione asiatico’, a cura di Lisa Foa, Rassegna Sovietica, Roma, n. 3, 1966] [(1) K. Marx, ‘Per la critica dell’economia politica’, Ed: Riuniti, p. 11; (2) ‘Introduzione alla critica dell’economia politica’, Ed. Rinascita, 1954, p. 46; (3) K. Marx, ‘La dominazione britannica in India’, in K. Marx F. Engels, ‘India Cina Russia’, Il Saggiatore, pp. 57-58); (4) K. Marx, ‘Il Capitale’, vol. I. libro I, pag 156, Ed. Rinascita; (5) K. Marx, ‘Il Capitale’, vol. III. libro 3, pagg 198-199, Ed. Rinascita; (6) F. Engels, ‘Antidühring’, p. 197, Ed. Rinascita; (7) F. Engels, ‘Antidühring’, p. 194, Ed. Rinascita. L’accademico N.N. Konrad, grandissima autorità nel campo delle lingue orientali, ha confermato l’esattezza dell’osservazione di Engels]