“È Lenin la novità radicale rispetto all’implicito filo-colonialismo del socialismo europeo. Sintomatico l’incipit del suo articolo per la “Pravda” del 7 maggio 1913, ‘Il risveglio dell’Asia’: «Dopo il movimento russo del 1905, la rivoluzione democratica si è estesa a tutta l’Asia: la Turchia, la Persia, la Cina. Cresce il fermento nell’India inglese». Dopo di che l’analisi si concentra sulle «Indie olandesi», e su Giava, dove «il movimento nazionalista si è risvegliato sotto la bandiera dell’Islam». L’analisi è penetrante (…)” (pag 209)
“Con l’opuscolo (1915), ‘Il socialismo e la guerra’, Lenin chiarisce a se stesso la diagnosi e l’eventuale strategia di fronte alla situazione del tutto nuova creatasi. «Quasi tutti riconoscono – scrive – che la guerra attuale è imperialista, ma i più deformano questo concetto o lo applicano unilateralmente o cercano di far cedere alla possibilità che questa guerra abbia un significato borghese-progressivo di liberazione nazionale». La diagnosi esatta è tutt’altra, osserva: «La guerra (si sta combattendo) tra i maggiori schiavisti per la conservazione e il rafforzamento della schiavitù» (…). I socialisti devono servirsi della lotta tra i briganti per abbatterli tutti (…)»” (pag 210)
[Dopo la fase del “comunismo di guerra”]: “Bilancio e riaggiustamento strategico conseguente a questa serie di sconfitte e delusioni sarà l’ultimo, impegnativo, scritto di Lenin ‘Meglio meno, ma meglio’ (Pravda, 4 marzo 1923) su cui ci soffermeremo nell’ultima parte di questo intervento. Prima, però, di procedere col commento di quel vero e proprio testamento politico, dedichiamo attenzione al testo più significativo del biennio «ascendente» della rivoluzione (1918-19): il ‘Proclama ai popoli e ai governi di tutti i paesi belligeranti’ lanciato da Lenin, il 7 novembre 1917 (…). È più noto come “Decreto sulla pace” ma l’intitolazione esatta rende ragione del suo sostanziale realismo. Come è facile osservare in base alle date, l’appello di Lenin precede di oltre un mese il lancio (8 gennaio 1918) da parte del presidente USA Woodrow Wilson dei troppo celebri “14 punti”. Nell’agosto si era mossa la diplomazia vaticana nella scia dell’appello di Benedetto XV contro la prosecuzione della «inutile strage». Ma non aveva avuto successo. (…)” (pag 212)
[in ‘Meglio meno, ma meglio’] “(…) (Lenin:) «una serie di paesi – Oriente, India, Cina, ecc. – sono stati definitivamente gettati fuori dai loro binari (…). L’Oriente è entrato definitivamente nel movimento rivoluzionario appunto in seguito a questa prima guerra imperialistica ed è stato trascinato nel turbine generale del movimento rivoluzionario mondiale». Se il testo è autentico, colpisce l’intuizione che quella conclusasi alla fine del 1918 – cioè poco più di quattro anni prima – fosse una «prima guerra interimperialistica» (…)” (pag 215) [Luciano Canfora, ‘Metamorfosi dell’internazionalismo di Lenin’, (in) ‘Internazionalismo e transnazionalismo all’indomani della Grande guerra’, a cura di Patrizia Dogliani, Il Mulino, Bologna, 2021] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]