Lo studioso del pensiero filosofico di Marx non si lasci sfuggire il primo numero dei ‘Cahiers Spinoza’ (Paris, Editions Réplique, 1977, n. 1), nel quale sono pubblicati per la prima volta i tre quaderni di estratti da ‘Trattato teologico-politico’ e dall’Epistolario spinoziano, compilati per proprio uso dallo studente Marx, a Berlino nel 1841. I manoscritti si trovano all’Istituto Internazionale di storia sociale di Amsterdam, assieme ad altri quaderni, sinora per quanto ne sappiamo inediti, di estratti da Aristotele (due quaderni di traduzioni dal ‘De anima’), da Leibniz (un quaderno con estratti dal primo volume del ‘Trattato’), e da Rosenkranz (un quaderno di appunti bio-bibliografici tolti dalla’Geschichte der Kantschen Philosophie’). Una prima descrizione del contenuto di questi quaderni (fra i quali la parte più cospicua è quella dedicata a Spinoza) si trova nella MEGA (Marx-Engels Gesamtausgabe) I, vol. 1-2, Berlino 1929, pp. 108-110; per il lettore italiano, già sono stati segnalati da Firpo in appendice a Marx ‘Scritti politici giovanili’, Torino, Einaudi, 1950, p. 516. Non è questo l’unico segno di un’attenzione che da qualche parte, e soprattutto da studiosi francesi, si viene rivolgendo in questi ultimi anni alla primissima produzione filosofica di Marx, nel periodo universitario e della tesi di laurea su Democrito ed Epicuro. L’avvio a questo ampliamento d’orizzonte è stato dato indubbiamente dalla pubblicazione, nel 1968, del volume supplementare (Ergänzungsband) delle MEW (Marx Engels Werke) a cura dell’istituto per il marxismo-leninismo di Berlino contenente i quaderni sulla filosofia di Epicuro (anche questi segnalati dal Firpo, op. cit., pp. 500-502, e in parte tradotti, sulla base della MEGA I (1), completa del commento di Marx ma non delle citazioni). Fra i lavori recenti in proposito, va segnalato il libro di Francine Markovits, ‘Marx dans le jardin d’Epicure’, Paris, Ed. de Minuit, 1974. Il volume che qui si segnala contiene il testo degli estratti di Marx da Spinoza, nell’originale latino e senza commenti, con la traduzione francese a fronte, e sei contributi di studio su Spinoza, di cui tre (M. Rubel, A. Matheron e A. Igoin) dedicati al rapporto Spinoza-Marx. Quale il motivo di interesse per quella che di primo acchito può apparire soltanto la testimonianza di uno studio molto diligente? Il lettore attento un po’ lo trova da sé, e molto bene se poi è aiutato, soprattutto dallo studio di Matheron: Marx ha profondamente, e certo secondo un disegno, sconvolto l’ordine dei capitoli del ‘Trattato teologico-politico’, e ha tagliato le citazioni, forzando passaggi e accostamenti, sino a dare un completo smontaggio e rimontaggio del libro spinoziano. L’effetto quale è? Forse non tutta l’ultima parola è detta da questi primi interpreti che vi si cimentano, ma almeno su due punti fondamentali essi colgono nel segno: Matheron, quando rileva, dall’analisi dei «tagli» marxiani, che se Spinoza espone la sua teoria del contratto sociale facendo leva ‘soprattutto’ sulla democrazia (la più naturale di tutte le forme di governo), e al tempo stesso tiene a precisare che la sua deduzione permette di render conto anche degli altri regimi, il montaggio di Marx dà invece l’impressione che si tratti ‘unicamente’ della democrazia; e Igoin quando mette in evidenza la significativa vicinanza nel tempo fra questi appunti e la ‘Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico’ (1841-1843), e prospetta l’incidenza della riflessione su Spinoza (letto e sollecitato al modo che gli appunti mostrano) nel formarsi del concetto di democrazia come «enigma risolto di tutte le costituzioni». Il saggio introduttivo di M. Rubel svolge una concisa ma esauriente rassegna delle presenze spinoziane nell’opera di Marx, dalla ‘Questione ebraica’ al ‘Capitale” [Paolo Cristofolini, ‘Marx e Spinoza’, (in) Critica marxista, n. 3, maggio-giugno 1977, pag 163-164]
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- Articolo pubblicato:14 Giugno 2022