“Quali speranze nutrono questi militanti dell’Internazionale Socialista quando decidono di stabilirsi in Argentina? Forse nel pensiero e nell’operare di Raymond Wilmart si esprime anche il sentimento degli altri. Wilmart nato in Belgio nel 1850, è un attivo componente dell’Internazionale. Arriva Buenos Aires nel 1873, all’età di 23 anni, dopo aver manifestato con una lettera a Marx, il desiderio di essere inviato in una paese nel quale potesse esercitare un ruolo organizzatore. Ci siamo già riferiti, in un precedente lavoro, all’attività svolta dal Wilmart in Argentina. Qui ci soffermeremo soltanto a descrivere la sua immediata e profonda disillusione. Ciò viene evidenziato nella corrispondenza che mantiene con Marx dopo il suo arrivo a Buenos Aires, quando manifesta l’inattuabilità dell’espansione del socialismo in una paese ancora «barbaro». Allude anche ai contatti stabiliti con associazioni operaie a Buenos Aires e all’esistenza di rapporti con due di esse – quella dei falegnami e quella dei sarti – anche se si tratta di legami fragili. In opposizione a quei tentativi, alcuni membri delle sezioni presentano costantemente progetti mutualistici (credito ed istruzione mutualistici). In alcune occasioni le sedi delle sezioni dell’Internazionale sono utilizzate per riunioni di proprietari di terreni. Tutto questo forse influisce nell’animo di Wilmart che così mostra la sua amarezza e delusione in una lettera a Marx: «Ci sono troppe possibilità di diventare piccolo padrone e di sfruttare gli operai per poter pensare di ottenere qualche risultato». Falcon, dal quale abbiamo preso queste riflessioni su Wilmart, considera che probabilmente le affermazioni di costui contengano qualche elemento esagerato. Ciò nonostante esse illustrano l’animo che prevale tra i dirigenti internazionalisti, dopo che sono passati i primi momenti di ottimismo riguardo alle reali possibilità di sviluppo delle attività internazionalistiche (1). Wilmart segnala la disuguaglianza tra classi sociali e i pregiudizi esistenti contro gli stranieri, che vengono chiamati «gringos»; tutta la politica del paese -aggiunge – è una faccenda di alcune personalità e difficilmente in Europa potrebbero credere che esistano antagonismi tra le diverse provincie. Sostiene che senza il contributo degli stranieri non ci sarebbe nessun sviluppo e che i nativi non sanno far altro che andare «a caballo». Tante sono le cause che hanno determinato lo scoramento e la veloce scomparsa di queste associazioni socialiste. In primo luogo dobbiamo prendere in considerazione lo scioglimento della Prima Internazionale che determina l’isolamento in un paese così remoto come l’Argentina; anche l’allontanamento – pochi anni dopo – dei più anziani e attivi dirigenti soprattutto quelli della sezione francese, dopo l’amnistia dichiarata dal governo francese per gli esiliati della Comune. D’altra parte è necessario far risaltare che all’arrivo di Wilmart e durante gli anni del suo operare, l’Argentina non ha ancora rinunciato alla sua condizione di un paese ad agricoltura estensiva che ha subito il suo primo e serio colpo in conseguenza della recente crisi della lana del 1866-1867. In paese, con la sua principale città, Buenos Aires, che più di una città è ancora un grande villaggio, capoluogo della omonima provincia e al tempo stesso sede delle autorità nazionali e anche sede di un processo immigratorio crescente, senza industrie ma popolata da officine e da artigiani. Qui gli immigrati trovano, già radiati, comunità straniere che hanno cominciato ad associarsi per fini mutualistici. (…) I mazziniani e i repubblicani hanno un’incidenza notevole in queste associazioni, ripetendosi qui ciò che accade in Italia, vale a dire l’influenza dominante di Mazzini, anche negli anni seguenti, nelle nascenti associazioni operaie. Ma non trovano una classe operaia costruita; essa si sarebbe appena organizzata con l’apporto dell’immigrazione” (pag 209-210) [José Panettieri, ‘Modelli ideologici. Immigrazione, lavoro e ciclo economico nelle origini del movimento operaio in Argentina’, in ‘La riscoperta delle Americhe. Lavoratori e sindacato nell’emigrazione italiana in America Latina, 1870-1970. Atti del Convegno storico internazionale promosso dalla Camera del Lavoro Territoriale – Cgil di Brescia, 25-26-27 novembre 1992’, Teti, Milano, 1994] [(1) Falcon, Ricardo, ‘Los origines del movimiento obrero (1857-1899)’, Buenos Aires, 1984, pp. 43-44]
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- Articolo pubblicato:23 Febbraio 2022