“Nel 1851 Charles Dana, direttore del «New York Tribune (La tribuna di New York)», propose a Marx di diventare uno dei suoi corrispondenti dall’Europa. Marx accettò e, tra l’agosto del 1851 e il febbraio del 1862, li ed Engels scrissero, con cadenza settimanale, numerosi articoli per il giornale. In verità, la prima serie di articoli (intitolata ‘Rivoluzione e controrivoluzione in Germania’) era opera di Engels, anche se venne pubblicata a nome di Marx. Nel corso di un decennio circa, Marx e Engels scrissero alcune centinaia di articoli e il «New York Tribune» ne pubblicò più di 490, molti dei quali (circa il 45 per cento) senza firma, come editoriali. Engels contribuì ampiamente, per più di un quarto del totale, in particolare per gli articoli relativi a questioni militari e ad eventi bellici. Tra gli articoli di Marx buona parte, circa un terzo, fu incentrata sull’analisi di questioni economiche e finanziarie all’ordine del giorno, per lo più con riferimento alla Gran Bretagna, ma anche ad altri paesi europei nonché all’economia mondiale nella sua globalità. Poiché il «New York Tribune» era in rapida espansione – fino a divenire, con vendite che raggiunsero le 300.000 copie totali, il più importante giornale in lingua inglese – Marx divenne uno dei giornalisti economici più influenti e più letti della sua epoca, un esperto riconosciuto su tutte le questioni economiche e finanziarie, il cui giudizio sulle crisi monetarie e finanziarie in Europa godeva di vasto rispetto. Marx si guadagnò anche una reputazione come uno dei maggiori esperti di politica internazionale, scrivendo di tutti i più importanti conflitti internazionali e delle guerre del suo tempo. Nel 1859, nella ‘Prefazione’ a ‘Per la critica dell’economia politica’, Marx fece riferimento al suo lavoro per il «New York Tribune», sottolineando il fatto di essersi dovuto familiarizzare con un sacco di particolari pratici della vita economica che esulavano di gran lunga dal campo dell’economia politica propriamente detta. Mentre Marx componeva il manoscritto dei ‘Grundrisse’, il suo lavoro giornalistico, anche se ridimensionato sotto la pressione degli avvenimenti, continuò con la descrizione e l’analisi dei più importanti eventi della grande crisi del 1857-58. In realtà, buona parte del suo lavoro giornalistico nell’anno precedente, il 1856, era stato dedicato alle crisi monetarie in Europa, nelle quali egli leggeva le avvisaglie della più grande crisi che attendeva fin dal 1850. Nel novembre del 1857, Marx vide con piacere una delle sue predizioni divenire realtà: il governo britannico, a seguito delle forti pressioni dei portavoce della City, sospese nuovamente la Legge bancaria del 1844 – proprio come predetto da Marx in un articolo uscito appena qualche giorno prima sul «New York Tribune». Per tutta la primavera e fino all’estate del 1858 Marx continuò a commentare gli sviluppi della crisi in Europa e cercò di spiegare la rapida svolta verso un’improvvisa ripresa che si stava verificando in Gran Bretagna e in altri paesi del continente. Poiché il suo lavoro di giornalista terminò nel 1862, Marx non ci ha lasciato commenti sugli eventi delle crisi successive, nel 1866 e del 1873 (1). Il lavoro giornalistico è della massima importanza tanto per la teoria politica di Marx, quanto per la sua critica dell’economia politica” (pag 264-265) [(1) In effetti, Marx, continuò a scrivere articoli per giornali tedeschi e austriaci, in particolare per “Die Presse” (La stampa), sul corso degli avvenimenti e sul contesto della guerra civile americana, fino alla fine del 1862] [Marcello Musto, a cura, ‘I ‘Grundrisse’ di Karl Marx. Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica 150 anni dopo’, Ets, Pisa, 2015]