«Una sociologia delle ideologie tesa a spiegare le deformazioni e le allucinazioni dovrebbe tratteggiare delle ipotesi sulle condizioni di possibilità di una tale patologia. Marx, nei suoi studi sulle ideologie borghesi, piccolo-borghesi e contadine, non mancò di incontrare questo problema del “delirio” (1) e di proporre un modello di spiegazione basato sulla contraddizione tra la situazione particolare della classe e la dinamica della sua azione. La classe borghese impegnata in una lotta per il potere politico – sostenendo provvisoriamente gli interessi di tutta la popolazione ma realizzando, di fatto e soprattutto, i propri obiettivi, sarebbe portata a costruire un linguaggio adatto alla sua impresa ma anche incaricato di mascherare il suo dominio sulle classi che sfrutta. L’ideologizzazione si imporrebbe in ragione della sua doppia funzionalità come illustra l’esempio del giacobinismo: l’ideologia permetterebbe alla classe di mascherare i propri fini particolari e favorirebbe lo sviluppo di un entusiasmo creativo nel medesimo tempo in cui darebbe alle classi dominate le illusioni necessarie alla loro sottomissione” (pag 86) [(1) Karl Marx, Le 18 Brumaire de Louis-Napoléon Bonaparte ‘(1852), Parigi, Ed. Sociales, 1969, p. 18] [Pierre Ansart, Les idéologies politiques, Puf, Paris, 1974]