“Lenin mostra di condividere l’impostazione kautskiana (a). Certo non si può parlare di una completa identificazione – negli scritti del rivoluzionario russo, ad esempio, non si trovano congettura sulla genesi di una lingua universale – ma entrambi si orientano decisamente verso una concezione del socialismo come momento di fusione e assimilazione delle nazioni (20). In una serie di scritti del 1913 Lenin respinge come nazionalista il programma dell’autonomia nazionale-culturale (in Russia ripreso dal Bund ebraico), cui contrappone questa parole d’ordine: «Unione, avvicinamento e mescolanza delle nazioni ed espressione dei principi di un’ ‘altra’ cultura, della cultura internazionale» (21). Nelle ‘Osservazioni critiche sulla questione nazionale’ riprende il tema, caro a Marx e Engels, del cosmopolitismo capitalistico preparatore e portatore dell’internazionalismo socialista: «Ma rimane qualcosa del concetto di assimilazione, ove si escluda da esso ogni violenza e disuguaglianza? Sì, senza dubbio. Rimane la tendenza storico-mondiale del capitalismo a spezzare le barriere nazionali, a cancellare le differenze nazionali, ad ‘assimilare’ le nazioni, una tendenza che diventa di decennio in decennio più vigorosa e costituisce uno dei fattori principali per la trasformazione del capitalismo in socialismo» (22). Questo passo di Lenin sulla tendenza «storico-mondiale» verso la fusione delle nazioni va sottolineato in quanto riproduce letteralmente le parole de ‘L’ideologia tedesca’ sul capitalismo creatore della «storia mondiale» (Weltgeschichte), intesa appunto come immenso crogiolo etnico. Si tratta di una coincidenza significativa, se si pensa che Lenin non poteva conoscere quest’opera di Marx ed Engels pubblicata postuma soltanto nel 1924 (la prima parte su Feuerbach) e nel 1932 (integralmente)” (pag 54-55) [Enzo Traverso, Socialismo e nazione: rassegna di una controversia marxista’, Il Ponte, Firenze, n. 1, 1984] [(21) ‘Tesi sulla questione nazionale’, in Lenin, ‘Opere’, XIX, Roma, Ed. Riuniti, 1967, p.227; (22) ‘Osservazioni critiche sulla questione nazionale’, in Lenin, ‘Opere’, XX, Roma, Ed. Riuniti, Roma, 1966, p. 19] [(a) Questa ipotesi viene per la prima avanzata da Kautsky nel saggio ‘La nazionalità moderna’ (1887) e sarà ribadita nel 1917 in questi termini: «Così, l’assimilazione e la dissoluzione non solo di un’isola linguistica e di sparsi residui di nazioni, ma anche di intere nazionalità, procederà molto più rapidamente di oggi… La meta dello sviluppo socialista non è la differenziazione, ma l’assimilazione delle nazionalità» (K. Kautsky, ‘Die befreiung der Nationnen’, Stuttgart, Dietz, 1917, citato in R. Rosdolsky, ‘Zur nationalen Frage’, cit., p. 204; K. Kautsky, ‘Die moderne Nationalität, di ‘Die Neue Zeit’, 1887, Band II, p. 448; tr. it., parziale nella citata antologia a cura di R. Monteleone, pp. 133-138) (f. E.T. p. 54 e nota di E.T., p.62)] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:11 Novembre 2021