“Ed ora permettetemi di passare alla considerazione di certe cose prosaicamente piccole, ma che, come assi spesso accade delle cose piccole nelle faccende grosse del mondo, hanno assai peso nel fatto nostro. Gli scritti di Marx e di Engels – tanto per tornare a loro, che sono principalmente in causa – furon essi mai letti ‘per intero’ da nessuno, il quale si trovasse fuori della schiera dei prossimi amici ed adepti, e quindi, dei seguaci e degl’interpreti diretti degli autori stessi? Furono mai quegli scritti fatti ‘tutti’ oggetto di commento e di illustrazione, da gente che si trovasse fuori del campo, che s’è formato intorno alla tradizione della ‘deutsche Socialdemokratie’; nella quale impresa di lavoro applicativo ed esplicativo ha per anni primeggiato soprattutto la ‘Neue Zeit’, magazzino indispensabile delle dottrine del partito? Intorno a quegli scritti, in brevi parole, non si è formato, fuori che in Germania, ed anche ivi assai parzialmente, e qualche volta con modi non pienamente critici, ciò che i neologisti chiamano ambiente letterario. E poi la rarità di molti di quegli scritti, e anzi la irreperibilità di alcuni di essi! C’è molta gente al mondo, che abbia la pazienza di mettersi per degli anni, come toccò a me, alla ricerca di un esemplare della ‘Misère de la Philosophie’, che fu solo assai di recente ristampata a Parigi, o di quel singolare libro che è la ‘Heilige Familie’; e che sia disposta a durar più fatica per avere a disposizione un esemplare della ‘Neue Rheinische Zeitung’, di quella non tocchi, in condizioni ordinarie, a qualunque filologo o storico presentemente per leggere e studiare tutti i documenti dell’antico Egitto? A me, che pure ho una certa pratica alquanto notevole dei libri e del modo di ricercarli, non è toccata mai briga più fastidiosa di cotesta. Il leggere tutti gli scritti dei fondatori del socialismo scientifico è parso fino ad ora come un privilegio da iniziati! (1). Che meraviglia, dunque, se fuori dalla Germania, e quindi anche in Francia, e anzi in Francia segnatamente, molti e molti scrittori, e specie fra i pubblicisti, abbiano avuto la tentazione di ritrarre, o da critiche di avversarii, o da citazioni incidentali, o da frettolose illazioni ricavate da brani speciali, o da vaghi ricordi, gli elementi per foggiarsi un ‘Marxismo’ di loro invenzione e maniera? Tanto più, poi, che, col sorgere in Francia ed in Italia di partiti socialistici, che da più al meno sono in voce di rappresentare una esplicazione del Marxismo, il che pare a me invero designazione inesatta, ai letterati d’ogni maniera si offerse la comoda opportunità di credere o di far credere, che in ogni discorso di propagandista o di deputato, in ogni enunciato di programma, in ogni articolo di giornale, in ogni atto di partito, ci fosse come l’autentica e ortodossa rivelazione della nuova dottrina, esplicantesi nella nuova chiesa” (pag 178-179) [Antonio Labriola, Roma, 24 aprile ’97] (in) ‘Discorrendo di socialismo e di filosofia’ (in) ‘Saggi sul materialismo storico’, Editori Riuniti, Roma, 1964] [(1) È assai di recente che Franz Mehring ha intrapresa la riproduzione di tutti gli scritti men noti di Marx e di Engels del periodo fra il ’40 e il ’50, e tra questi è riapparsa anche la ‘Heilige Familie. (Nota a questa ristampa) (8)]