“13 novembre 1839. Carissimo Guilielme, perché non scrivi? Appartenete tutti alla categoria dei fannulloni e dei lazzaroni. Ma io sono un altro tipo! Non solo perché vi scrivo più di quello che meritate, perché mi procuro una vasta conoscenza di tutte le letterature del mondo; mi costruisco pure in silenzio con novelle e poesie un monumento di gloria che, purché il fiato della censura non ne riduca lo scintillio di acciaio a odiosa ruggine, apparirà in tutti i paesi tedeschi, eccettuata l’Austria, con chiaro splendore di giovinezza. Il mio petto fermenta e ribolle, la mia testa talvolta ubriaca arde in modo assolutamente eccezionale; bramo di trovare una grande idea che rischiari il fermento e faccia divampare dall’ardore rovente la fiamma luminosa. Nel mio spirito si fa strada verso l’alto un materiale grandioso, rispetto al quale tutte le mie cose fatte finora sono solo puerilità. Voglio concretizzare in una «novella-fiaba», o in qualcosa di simile, le idee moderne che sono state presentite nel medioevo; voglio scoprire gli spiriti che sotto la dura crosta terrestre palpitarono per la redenzione, sepolti sotto le fondamenta delle chiese e delle carceri. Voglio cercare di adempiere almeno una parte della missione che si è assunto Gutzkow: deve essere ancora scritta la vera seconda parte del «Faust», il Faust non più egoista, ma che si sacrifica per l’umanità. C’è «Faust», c’è «L’ebreo errante», c’è «Il cacciatore selvaggio», tre tipi di presentimento della libertà spirituale che si possono facilmente mettere in collegamento e in relazione con Giovanni Huss” (pag 497-498); “(…) Ti sbagli ugualmente a pensare che io debba ritornare al cristianesimo. (…) Infatti sto per diventare un hegeliano. A dire il vero non so ancora se lo diventerò, ma Strauss mi ha acceso su Hegel certi lumi che mi fanno apparire la cosa del tutto plausibile. La sua (di Hegel) filosofia della storia è per me in ogni caso come scritta dall’anima. (…) A proposito – qualche giorno fa ho letto sul giornale che la filosofia hegeliana è stata proibita in Prussia, che un famoso docente hegeliano di Halle è stato indotto da un decreto ministeriale a sospendere le sue lezioni e che a numerosi giovani docenti dello stesso colore (certo Ruge ecc.) è stato notificato che non devono aspettarsi nessuna nomina. Appunto per questo decreto sarebbe stata decisa la proibizione definitiva dei berlinesi «Jahrbücher für wissenschaftliche Kritik». Non ho sentito altro. Non posso credere a un atto di violenza così inaudito neanche da parte del governo prussiano, sebbene Börne lo abbia predetto già cinque anni fa e sebbene dica che Hengstenberg, intimo del principe ereditario (Francesco Guglielmo IV, ndr), come Neander, sia nemico dichiarato della scuola hegeliana. Se sentite qualcosa intorno a questa faccenda, scrivetemene. Ora voglio studiare Hegel con un bicchiere di ponce” )(pag 501-502) [dalla lettera di Engels a F. Graeber (13-20 novembre 1839) [K. Marx F. Engels, Opere. Volume 2. Friedrich Engels, 1838-1842, Edizioni Lotta Comunista, Milano, 2020]