“Come la logica di Hegel è il denaro dello spirito, secondo Marx, anche il materialismo di Feuerbach non è un materialismo perché dà per reale la situazione fittizia della sensibilità nel rapporto io-tu del mercato del lavoro. «Il punto più alto cui giunge il materialismo intuitivo, cioè il materialismo che non intende la sensibilità come attività pratica è l’intuizione degli individui singoli e della società borghese» (IX glossa). «Il punto di vista del vecchio materialismo è la società borghese, il punto di vista del nuovo è la società umana o l’umanità sociale» (X glossa). Nella glossa I Marx aveva già affermato che Feuerbach nell”Essenza del cristianesimo’ considera come veramente umano solo l’atteggiamento teoretico, mentre la prassi è concepita e fissata solo nel suo modo di apparire sordidamente giudaico. Egli non comprende perciò il significato dell’attività “rivoluzionaria”, “pratico-critica”». In fondo il suo lavoro consiste nel risolvere il mondo religioso nel suo «fondamento mondano». «Ma il fatto che il fondamento mondano si stacchi da se stesso e si costruisca nelle nuvole come un regno fisso e indipendente è da spiegarsi soltanto con l’autodissociazione e autocontradditorietà di questo fondamento mondano. Questo fondamento deve perciò essere in se stesso tanto compreso nella sua contraddizione, quanto rivoluzionato praticamente. Pertanto dopo che per esempio la famiglia terrena è stata scoperta come il segreto della sacra famiglia, è proprio la prima a dovere essere dissolta teoricamente e praticamente»” (pag 155-156) [Peppino Orlando, ‘La comunità di Oregina. Evangelo e marxismo nel dissenso cattolico’, Editrice Claudiana, Torino, 1972]