“L’originalità del materialismo dialettico (…) consisterebbe nel fatto di aver applicato la dialettica alla materia, cioè di averla estesa dal campo delle idee a quello dei fenomeni storici e naturali. E’ un fatto che questo è il modo in cui il materialismo dialettico presenta se stesso. Il tratto specifico, cui esso affida la sua originalità, è appunto la dialettica della materia. Non a caso, una delle opere, che la dottrina considera tra le più importanti, è la ‘Dialettica della natura’ di Engels. Senonché, a un esame attento, tutto si presenta meno semplice e lineare. Ciò che è difficile concedere, in particolare, è che nella filosofia di Hegel manchi una dialettica delle cose. E’ vero il contrario: tutta la sua filosofia e, in un certo senso, una dialettica della materia. Abbiamo già incontrato, incidentalmente, l’affermazione, contenuta nel libro II della ‘Scienza della logica’, che «tutte le cose sono in se stesse contraddittorie». E’ un’affermazione di principio che ricorre nei suoi scritti infinite volte. Hegel parla esplicitamente di «dialettica del finito». Ricorda, a ogni piè sospinto, che tutte le cose hanno la dialettica in sé. «Quando delle cose diciamo che sono finite – scrive – con ciò s’intende […] che la lor natura, il loro essere, è costituito dal non essere» (v. Hegel, 1812-1815, tr. it, vol. I, p. 128). Non solo: all’affermazione di principio tien dietro sempre l’esemplificazione. I casi più noti di dialettica della natura e della materia son forniti da Hegel per primo. Gli esempi dei ‘salti’ dialettici della quantità in qualità e viceversa si trovano, per indicare uno dei tanti riferimenti possibili, nel paragrafo del libro I della ‘Scienza della logica’ intitolato ‘Linea nodale di rapporti di misura’. Quasi superfluo, d’altra parte, ricordare la ricchezza strabocchevole di casi di dialettica della natura nell”Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio’ e, soprattutto, nelle ‘Aggiunte’ (‘Zusdtze’) che ne integrano i paragrafi. Un esempio può valere per tutti: l”Aggiunta’ 1 al paragrafo 81 dell”Enciclopedia’: «Tutto ciò che ci circonda – scrive Hegel – può essere considerato come un esempio della dialettica. Noi sappiamo che la dialettica del finito, anziché essere un che di saldo e di definitivo, è mutevole e caduco, e ciò non è altro che la dialettica del finito, mediante il quale il finito, come ciò che è in sé l’altro di se stesso, è sospinto al di là di ciò che è immediatamente e ribalta del suo opposto (…). Noi affermiamo che tutte le cose (cioè ogni finito in quanto tale) vanno alla lor fine, e consideriamo perciò la dialettica come quella potenza irresistibile universale dinanzi alla quale nulla può mantenersi, per saldo e sicuro che possa anche sembrare. Con questa determinazione, naturalmente, la profondità dell’essenza divina, il concetto di Dio non è ancora esaurito; essa costituisce però, certamente, un momento essenziale in ogni coscienza religiosa. – La dialettica, inoltre, dà prova di sé in tutti i campi e le sfere particolari del mondo naturale e spirituale. Così per esempio nel movimento dei corpi celesti. Un pianeta sta ora in questo luogo, ma esso è in sé di essere anche in un altro luogo, e porta questo suo esser altro all’esistenza col fatto di muoversi. Parimenti dialettici si dimostrano gli elementi fisici, la manifestazione della cui dialettica è il processo meteorologico. E appunto questa dialettica è il principio che sta alla base di tutti i restanti processi naturali e in forza del quale la natura è insieme sospinta al di là di se stessa” (v. Hegel, 1927-1930, vol. I). E’ un fatto che tutte le proposizioni principali del materialismo dialettico si trovano già formulate nell’opera di Hegel. Non a caso, quando Plechanov, nei suoi ‘Contributi alla storia del materialismo’, deve indicare che cosa sia, per Marx ed Engels, la ‘dialettica’, non trova nulla di meglio che citare e trascrivere largamente (salvo, beninteso, il riferimento a Dio e alla religione) dalla ‘Aggiunta’ al paragrafo 81 dell”Enciclopedia’, che abbiamo sopra riportato. E’ dubbio, quindi, che si possa parlare di un’originalità teorica del materialismo dialettico. Il vero atto di fondazione della dottrina dovrebb’essere, in ogni caso, anticipato, ben prima della nascita di Marx e di Engels, all’opera stessa di Hegel. Senonché, se non sono originali le proposizioni che il materialismo dialettico deriva da Hegel, è originale il modo in cui esso le interpreta”