“Come dimostrazione riporto ‘in extenso’ l’esposizione del metodo dialettico pubblicata nel ‘Viestnik Evropy’ (35), anno 1872, n. 5 (la nota intitolata: ‘Il punto di vista della critica dell’economia politica’ di K. Marx) (36), che Marx cita nel suo ‘Poscritto’ alla seconda edizione del ‘Capitale’. In questo poscritto Marx dice che il metodo da lui applicato nel ‘Capitale’ era stato mal compreso. «I recensori tedeschi, naturalmente, gridano alla sofistica hegeliana». E per maggior chiarezza Marx cita l’esposizione del suo metodo, data nella nota suddetta. Per Marx  – si dice in quella nota – una cosa sola importa, e precisamente: trovare la legge dei fenomeni che sta indagando, e per lui è importante soprattutto la legge del loro mutamento, del loro sviluppo, del trapasso dei fenomeni da una forma nell’altra, da un ordinamento dei rapporti sociali nell’altro. In conseguenza di ciò Marx si preoccupa di una cosa sola: comprovare attraverso un’indagine scientifica precisa la necessità degli attuali ordinamenti dei rapporti sociali, costatando nel modo più completo possibile quei fatti che gli servono come punti di partenza o come punti di appoggio. A questo scopo è del tutto sufficiente dimostrare, insieme alla necessità dell’ordine esistente, la necessità di un ordine nuovo, nel quale il primo deve trapassare inevitabilmente, del tutto indifferente rimanendo che gli uomini vi credano o non vi credano, che essi ne siano o non ne siano coscienti. Marx considera il movimento sociale come un processo di storia naturale retto da leggi che non solo non dipendono dalla volontà, dalla coscienza e dalle intenzioni degli uomini, ma che, anzi, determinano la loro volontà, la loro coscienza e le loro intenzioni. (Ne prendano nota i signori soggettivisti, che distinguono lo sviluppo sociale dallo sviluppo che ha luogo nella storia naturale appunto perchè l’uomo si prefigge dei «fini» coscienti ed è guidato da determinati ideali). Se l’elemento cosciente ha una funzione così subordinata nella storia della civiltà, è ovvio che la critica che ha per oggetto la civiltà stessa men che mai potrà prendere a fondamento una qualsiasi forma o un qualsiasi risultato della coscienza. Il che significa che non l’idea, ma solo il fenomeno esterno, oggettivo, può servirle come punto di partenza. La critica deve consistere nel raffrontare, nel comparare un fatto determinato non con l’idea, ma con un altro fatto; per essa importa soltanto che entrambi i dati di fatto vengano indagati nel modo più esatto possibile e che costituiscano differenti momenti di sviluppo l’uno in confronto all’altro; inoltre è particolarmente necessario che venga indagata con altrettanta esattezza tutta la serie degli ordinamenti noti, la loro successione e il nesso nel quale si presentano i vari gradi dello sviluppo. Marx nega proprio l’idea che le leggi della vita economica siano identiche sia per il passato che per l’avvenire. Al contrario ogni periodo storico ha le sue leggi proprie. La vita economica ci offre un fenomeno analogo a quello della storia dello sviluppo negli altri settori della biologia. Gli economisti del passato, quando confrontavano le leggi economiche con le leggi della fisica e della chimica, non ne comprendevano la natura. Un’analisi più profonda dimostra che la distinzione fra i vari organismi sociali è altrettanto profonda quanto quella fra gli organismi vegetali e gli organismi animali. Marx, proponendosi di studiare l’ordinamento economico capitalistico da questo punto di vista, non fa che formulare con rigore scientifico lo scopo che deve proporsi ogni indagine precisa della vita economica. Il valore scientifico di tale indagine sta nella spiegazione delle leggi specifiche (storiche) che regolano nascita, esistenza, sviluppo e morte di un organismo sociale dato e la sua sostituzione da parte di un altro superiore. Ecco una descrizione del metodo dialettico pescata da Marx nella gran mole di note apparse sui giornali e sulle riviste a proposito del ‘Capitale’, e tradotta da lui in tedesco perché, com’egli dice, questa definizione del metodo è perfettamente esatta” [V.I. Lenin, “Che cosa sono “gli amici del popolo” e come lottano contro i socialdemocratici?’, (in) ‘Opere complete’ I, 1893-1894, Edizioni Rinascita, Roma, 1954] [(35) ‘Viestnik Evropy’ (Il messaggero d’Europa): rivista mensile, pubblicata a Pietroburgo dal 1866 all’estate del 1918. La rivista propugnava le concezioni della borghesia liberale russa;  a cominciare dagli anni novanta condusse una lotta sistematica contro il marxismo, p. 162; (36) L’autore della nota (I.K.-n) era I.I. Kaufman, professore all’Università di Pietroburgo. Marx giudicò quella nota una delle migliori esposizioni del metodo dialettico. Cfr. ‘Poscritto’ alla seconda edizione del I libro del ‘Capitale’, (I, I, ed.cit., pp. 25-27), p. 162] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]