“Da alcuni passi può sembrare che per Marx ed Engels la crisi attesa per l’Inghilterra che, coincidendo con una grande guerra nel continente avrebbe determinato una rivoluzione moderna, sia causata da una saturazione dei mercati americani e asiatici. Ma tenendo presenti i passi precedenti, che abbiamo citato, cade l’equivoco. La saturazione deve essere vista come un fatto congiunturale e non come il risultato finale di uno sviluppo capitalistico nel mondo extraeuropeo, sviluppo giudicato appena agli inizi. Su questo argomento Marx ed Engels ritorneranno ripetutamente negli anni successivi. Basti ricordare gli articoli sull’India e sulla Cina. Anche a voler considerare isolatamente la errata previsione del 1850, sulla causalità mercato-mondiale-crisi-rivoluzione, si può vedere che la crisi è concepita come coincidenza tra crisi produttiva-finanziaria e guerra. In ciò Marx ed Engels continuano le posizioni della “Neue Rheinische Zeitung del 1848”, così impegnata, specie con Engels, nelle previsioni sul fattore guerra. Se la previsione del 1850 è errata non è per la crisi economica ma per la mancata coincidenza con la guerra continentale; la guerra di Crimea del 1853 resterà un episodio isolato. Dal 1850 passerà quasi un ventennio prima di Sadowa e Sedan, ma anche in questo caso Inghilterra e Russia ne resteranno fuori e non si replicherà quella dimensione continentale, presente come analogia storica, delle guerre napoleoniche. In ogni modo, il concetto di crisi comprende, nel pensiero di Marx ed Engels, il ciclo economico e il ciclo politico, in particolare quello bellico. Voler trarre esclusivamente dalla teoria del ciclo e riproduzione allargata del capitale una specifica teoria della crisi, senza tener presente la questione militare, è un mutilare il pensiero di Marx ed Engels e renderlo irriconoscibile. Lenin, restaurando il marxismo, restaura la teoria della crisi nella sua componente guerra. La lettura del “Carteggio” contribuirà alla restaurazione” [Arrigo Cervetto, ‘La difficile questione dei tempi’, Edizioni Lotta comunista, Milano, 1990]