Il pensiero giovanile di Engels e di Marx. “Dai ‘Manoscritti’ del 1844 al ‘Capitale’ e dagli engelsiani ‘Primi lineamenti di una critica dell’economia politica’ (2) fino all”Antidühring’, un elemento permane, tra gli altri, malgrado le successive evoluzioni e malgrado gli asseriti mutamenti di rotta (o ‘coupures’) nel pensiero di Marx e di Engels. Nel suo primo saggio sull’economia politica Engels enuncia quello che quattro anni dopo sarebbe stato il programma del ‘Manifesto’ sotto forma di previsione che guarda «a quel grande rivolgimento di cose, cui il secolo va incontro: la riconciliazione cioè dell’umanità colla natura e con se stessa» (3). In quest’enunciato è contenuta in germe una tematica costante del materialismo storico, che in Marx avrà una formulazione diversa e più rigorosa, significando che la risoluzione delle contraddizioni insorgenti nella sfera di «rapporti di produzione» («la riconciliazione (…) dell’umanità (…) con se stessa») è la prevedibile risultante, nel tempo storico, di un compito che, in prima istanza, consiste nel conservare e sviluppare le «forze produttive» («la riconciliazione cioè dell’umanità colla natura», secondo l’espressione del giovane Engels). Non soltanto è filologicamente impossibile isolare ed escludere questo tema dal nucleo del marxismo, ma è quasi altrettanto difficile provare che il primo rapporto (il rapporto uomo-natura nelle forze produttive) sia, in Marx, o in uno sviluppo coerente della dottrina, concettualmente riducibile al secondo o almeno funzionale al secondo (ossia al rapporto sociale di produzione tra gli uomini stessi), come hanno in vario modo proposto Korsch, Adorno, Alfred Schmidt ed altri (4). Nei ‘Lineamenti’ di Engels si trova inoltre una prima intuizione di quello che diverrà uno dei motivi cardine dei ‘Grundrisse’ e del ‘Capitale’: il motivo, cioè, della scienza in quanto «appartiene agli elementi della produzione» (alla sfera delle forze produttive). «Abbiamo dunque in attività due elementi della produzione, la natura e l’uomo, e questo ultimo sotto l’aspetto fisico e sotto l’aspetto intellettuale» (5). L’aspetto intellettuale è considerato nella sua dinamica, come quello che dovrà prendere il sopravvento, non solo nel rapporto tra l’uomo e la natura, ma anche nei rapporti degli uomini stessi tra loro, per la risoluzione di uno squilibrio che è proprio della presente società, nella quale la legislazione cosciente che gli uomini riescono ad ‘imporre’ al proprio rapporto con la natura, nell’attività economica in senso stretto, risulta anch’essa distorta ed inefficace, perché contraddetta da altre leggi che gli uomini ‘subiscono’ dalla loro struttura sociale, senza consapevolezza né controllo, e che sono più simili, pertanto, alle leggi «cieche» della stessa natura (6) (benché siano sfornite della lungamente sperimentata utilità di queste ultime, negli adattamenti conseguiti dalla specie): questo è il senso del ragionamento di Engels. Finché non sarà colmato quello squilibrio, anche la scienza umana regolatrice del rapporto con la natura sarà fonte di rovina per l’uomo, in particolare per l’operaio («negli attuali rapporti, anche la scienza è diretta contro il lavoro», nota Engels (7), che si prepara a scrivere su ‘La situazione della classe operaia in Inghilterra’ (8), non trascurando di sottolineare gli ostacoli naturali che impediscono all’operaio l’acquisizione delle nuove capacità e dei nuovi adattamenti imposti da un incessante progresso tecnologico in regime di divisione del lavoro (9)). Engels fa riferimento inoltre alle potenzialità inutilizzate della scienza nell’intento di confutare Malthus: la scienza, egli dice, fornisce risorse crescenti anch’esse, come la popolazione, in progressione geometrica (10)” [Giuseppe Prestipino. ‘Uomo e natura nel marxismo’] [(in) ‘Uomo natura società. Ecologia e rapporti sociali’. Atti del convegno tenuto a Frattocchie (Roma) dal 5 al 7 novembre 1971′, Roma, 1974] [(2) Apparsi per la prima volta nel 1844 (nei primi due fascicoli dei ‘Deutsch-französische Jahrbücher); trad. it. F. Engels, ‘L’economia politica’ (‘Primi lineamenti di una critica della economia politica’), Milano, Critica sociale, 1895; reprint, Roma, Samonà e Savelli, 1971; (3) Ivi, p. 44. ‘Sull’unità di uomo e natura, come motivo degli scritti letterari giovanili di Engels’, cfr. E. Fiorani, ‘Friedrich Engels e il materialismo dialettico’, Milano, Feltrinelli, 1971, p. 26; (4) Cfr. K. Korsch, ‘Karl Marx’, trad. it., Bari, Laterza, 1969; A. Schmidt, ‘Il concetto di natura in Marx’, trad. it., Bari, Laterza, 1979, T.W. Adorno, ‘Is Marx obsolete?’, in ‘Diogene’, n: 24, 1968; (5) F. Engels, op.cit., p. 50; (6) Ivi, p: 59, F. Engels, ‘Dialettica della natura’, Roma, Editori Riuniti, 1971, pp. 50-51; (7) ‘Primi lineamenti’, cit., p. 73; (8) Trad. it., Roma, Editori Riuniti, 1955; (9) ‘Primi lineamenti’, cit., p. 74; (10) Ivi, p. 69]