“Fino al 1914 il pensiero di Lenin si era sviluppato in modo originale, ma ancora all’interno del marxismo della Seconda Internazionale. Anche dopo il fallimento della Seconda Internazionale, che lo convinse della necessità di una rottura definitiva non solo con l’opportunismo di destra, ma anche con il centrismo kautskiano, Lenin non si rese subito conto di ‘tutte’ le implicazioni teoriche che questa rottura comportava. Fu solo attraverso lo studio approfondito dei problemi della teoria marxista dello Stato, tra la fine del 1916 e l’inizio del 1917, che maturò in lui la convinzione che proprio qui, nella teoria dello Stato, era la radice della degradazione a cui il marxismo era stato condotto dalla socialdemocrazia tedesca, il partito “guida” della Seconda Internazionale. Un indice significativo di questo sviluppo del pensiero di Lenin si può trovare nei suoi giudizi intorno ad una opera del miglior Kautsky, ‘La via al potere’ (‘Der Weg zur Macht’), che è del 1909, quando ancora non era iniziato il graduale spostamento dell’autore verso posizioni opportunistiche (30). Su questo libro, che prevedeva nel 1909 come imminente la tragica crisi del capitalismo mondiale e giudicava già matura la rivoluzione socialista in Europa, Lenin aveva già avuto occasione di esprimere giudizi del tutto positivi, privi di ogni riserva, a volte persino entusiastici, prima e anche dopo l’agosto del 1914. Ad esempio, ancora nel dicembre del 1914 Lenin poteva ricordare ‘Der Weg zur Macht’ come “l’esposizione ‘più completa’ dei compiti della nostra epoca”, aggiungendo: “ecco ciò che era, o piuttosto ciò che prometteva di essere, la socialdemocrazia tedesca. Ecco la socialdemocrazia che si poteva e si doveva rispettare (31). Un anno dopo questo giudizio è riconfermato in un accenno che definisce lo stesso libro di Kautsky “una certa opera in cui egli ha presentato per l’ultima volta delle conclusioni interamente marxiste” (32). E ancora pochi mesi prima di impegnarsi nello studio del problema dello Stato, nel principale scritto di polemica contro “l’economismo imperialistico” (agosto-ottobre 1916), Lenin può scrivere che, prima della guerra “K. Kautsky era marxista, e a lui si devono tutta una serie di opere e di dichiarazioni della più grande importanza, che rimarranno per sempre dei modelli di marxismo” (33). Ma dopo  aver approfondito lo studio della teoria marxista dello Stato, la rilettura di ‘Der Weg zur Macht’ appare a Lenin in una diversa luce; e può vederne infine, al di là dei pregi che continua a riconoscere, il grave limite, che è pure il vizio d’origine di tutto il marxismo della Seconda Internazionale (34). Come può porsi concretamente, sul terreno pratico, il problema della rivoluzione socialista, che è il problema della trasformazione radicale della società attraverso una rivoluzione ‘politica’, senza porsi il problema della ‘natura’ del potere politico?” [Valentino Gerratana, Introduzione a V.I. Lenin, ‘Stato e Rivoluzione. La dottrina marxista dello Stato e i compiti del proletariato nella rivoluzione’, Roma, 1970] [(30) Superficiale e schematica deve considerarsi l’idea di un ‘kautskismo’ come sistema organico presente in tutti i momenti della lunga attività politica e teorica di Kautsky. Cfr. su ciò l’eccellente saggio di Giuliano Procacci, ‘Studi sulla Seconda Internazionale e sulla socialdemocrazia tedesca’, in ‘Annali’ dell’Istituto G.G. Feltrinelli, A.I. (1958), pp. 105-146. (…); (31) Nell’articolo ‘Sciovinismo morto e sciovinismo vivo’, in Lénine, Oeuvres, cit., t. 21, p. 90 e sgg.; (32) In una prefazione scritta nel dicembre 1915 per l’opuscolo di Bucharin, l”Economia mondiale e l’imperialismo’; cfr. Lénine, Oeuvres, cit., t. 22, p 112; (33) Lénine, Oeuvres, cit., t. 23; p: 35; (34) Cfr. più avanti, nel testo di ‘Stato e rivoluzione’, p. 191. Dopo aver riconfermato che “questo opuscolo di Kautsky può servire come utile termine di confronto per vedere ciò che la socialdemocrazia tedesca ‘prometteva di essere’ prima della guerra imperialistica e quanto in basso essa (e Kautsky con essa) sia caduta allo scoppio della guerra”, Lenin osserva: “Tanto più caratteristico è il fatto che dopo aver proclamato in modo così categorico che l’era delle rivoluzioni incominciava, Kautsky, in un opuscolo dedicato, secondo le sue stesse parole, proprio all’analisi del problema della “rivoluzione ‘politica’”, abbia ancora una volta completamente trascurato la questione dello Stato”. Lo stesso giudizio è già nel quaderno “Il marxismo sullo Stato”]  [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]