“In nessun caso però lei deve leggere Hegel come lo ha letto il signor Barth, vale a dire per scoprirvi paralogismi e oziosi trucchi che gli servivano da supporto alla costruzione. Questo è un semplice lavoro da scolaretto. Assai più importante è ritrovare, sotto la forma erronea e nell’artificiale correlazione tra le parti, ciò che è giusto e geniale” [Friedrich Engels a Conrad Schmidt, 1° novembre 1891] [(in) Roman Rosdolsky, ‘Friedrich Engels e il problema dei popoli “senza storia”. La questione nazionale nella rivoluzione del 1848-49 secondo la visione della “Neue Rheinische Zeitung”‘, Genova, 2005]. Roman Rosdolsky è nato nel 1898 in Galizia (Ucraina). Nel corso della prima guerra mondiale fonda con altri l’organizzazione clandestina ‘Gioventù Socialista Rivoluzionaria Internazionalista’ (‘Jeunesse Socialiste Révolutionnaire Internationaliste’). Dopo la guerra lavora a Vienna come collaboratore dell’Istituto Marx-Engels di Mosca. Presto aderisce all’Opposizione di sinistra. Redige una tesi sul problema dei popoli senza storia in Marx ed Engels [traduzione italiana: ‘Friedrich Engels e il problema dei popoli “senza storia”‘, ndr]. Nel 1934, dopo l’arrivo al potere del fascismo austriaco, è costretto a lasciare Vienna e a spostarsi a Cracovia. Arrestato nel 1942, finisce prigioniero nei campi di Auschwitz, di Ravensbruck e d’Oranienburg. Dopo la guerra emigra negli Stati Uniti ove, in ragione del suo passato politico, gli viene interdetto l’insegnamento. Scopre uno dei rari esemplari dei ‘Grundrisse’ e questa scoperta è il punto di partenza del suo studio relativo alla ‘Genesi del Capitale di Marx’ che sarà pubblicato dopo la sua morte (Detroit, 20 ottobre 1967) nel 1968” [titolo italiano: ‘Genesi e struttura del Capitale di Marx’, Bari Roma, 1971, ndr] [nota biografica in ‘Roman Rosdolsky , La situation révolutionnaire en Autriche en 1918 et la politique des sociaux.-démocrates, Paris, 1977 ca.]