“Marx riconosce esatta “la legge scoperta da Hegel nella Logica, che mutamenti puramente quantitativi possono risolversi a un certo punto in distinzioni qualitative” (Il Capitale): “il che si ha per esempio nel caso dell’acqua riscaldata o raffreddata in cui il punto di ebollizione e il punto di congelamento sono quei modi nei quali si compie, a pressione normale, il salto in un nuovo stato di aggregazione, nei quali, quindi, la quantità si converte repentinamente in qualità” (Engels: Antidühring). Sempre nel campo delle scienze naturali, a riprova della legge del salto qualitativo, Engels cita la voce del metano nella quale “ogni nuovo membro si forma con l’aggiunta di un … atomo di carbonio e due di idrogeno, e alla formula molecolare del membro precedente, e questo cambiamento quantitativo della formula molecolare produce ogni volta un corpo qualitativamente diverso”. La medesima cosa intende per il campo economico-sociale Marx quando afferma nel Capitale che “non qualunque somma di denaro o di valore è trasformabile in ‘capitale’, che anzi per tale trasformazione è presupposto un minimo determinato di denaro o valore di scambio, in mano al singolo possessore di denaro o di merci”. I salti da un tipo di società all’altra vengono illuminati secondo tale legge, adoperata però con vivo senso realistico e dialettico, onde si ha il trionfo della dialettica su la deterministica, tenendosi per ferma l’impossibilità di affermare che “la situazione economica è l’unica causa attiva e che tutto il resto è soltanto un effetto passivo” (da una lettere di Engels)” [”Nota prima’ a ‘La dialettica delle sovrastrutture, la storia e il Capitalismo di Stato’, n° 17, 1952]